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«Numeri shock a Cà del Ferro: la visita svela un record mai raggiunto»

L’accesso effettuato da esponenti di Forza Italia e del Partito Radicale ha messo in luce condizioni critiche, con presenze elevate, fragilità sanitarie diffuse e poche occasioni formative

La Provincia Redazione

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22 Novembre 2025 - 15:20

«Numeri shock a Cà del Ferro: la visita svela un record mai raggiunto»

Il carcere di Cremona in via Cà del Ferro

CREMONA - Una delegazione congiunta di Forza Italia - rappresentata dal consigliere regionale Giulio Gallera, Andrea Carassai, Gabriele Gallina, Luca Ghidini – e del Partito Radicale - rappresentato da Sergio Ravelli e Maria Teresa Molaschi – ha visitato venerdì pomeriggio la Casa Circondariale di Cà del Ferro.

Si legge nella nota di Sergio Ravelli, consigliere generale del Partito Radicale: «I numeri impietosi che sono stati rilevati nel corso della visita parlano da soli:

  • il totale delle persone recluse è di 609 che costituisce il record storico per il carcere di Cremona. Se si considera che i posti regolamentari sono 394, abbiamo registrato il più alto indice di sovraffollamento di sempre, pari al 150%.
  • gli extracomunitari detenuti sono 383, pari al 63% del totale. Percentualmente è il dato più alto di tutta la Lombardia.
  • circa 180 detenuti sono tossicodipendenti e/o affetti da patologie psichiatriche e disturbi comportamentali.

Questi dati sono alla base dell'aggravamento delle criticità storiche del carcere di Cremona, che si possono ricondurre a 3 ambiti: la Sanità, la Sicurezza, il Lavoro».

Per quanto riguarda la Sanità: «Appare evidente come un numero così alto di detenuti tossicodipendenti e di malati psichiatrici (spesso affetti da entrambe le patologie e in gran parte riferite a detenuti extracomunitari) rende problematico il lavoro di medici, psicologi e psichiatri che operano nella struttura carceraria. È altresì evidente che questi soggetti non dovrebbero stare in carcere: i tossicodipendenti dovrebbero stare nelle comunità di recupero e i malati psichiatrici nelle strutture sanitarie per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS). Ma ahimè, le comunità di recupero sono poche e le REMS ancora meno».

Per quanto riguarda la Sicurezza: «Dalle tante denunce provenienti dai rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria emerge che la sicurezza degli operatori carcerari è messa costantemente a rischio dal sovraffollamento, dalla vetustà della struttura carceraria e dalle gravi patologie sanitarie presenti».

Per quanto riguarda il Lavoro: «Fatto salvo le attività lavorative legate al funzionamento della struttura carceraria, le occasioni di lavoro - sia all'interno delle mura che all'esterno (detenuti in semilibertà) - sono pochissime. Ciò rende l'obiettivo del reinserimento dei detenuti una chimera. A tale riguardo va rilevato che l'imprenditoria locale ha mostrato in questi anni poca sensibilità e disponibilità ad accogliere ex detenuti».

Ovviamente le criticità del carcere di Cremona sono le stesse di quasi tutte le strutture penitenziarie italiane.

Considerazione finale. «Non sta a me indicare in questa occasione le possibili soluzioni, anche politiche, per far fronte alla crisi del sistema carcerario italiano. Posso solo aggiungere che la Giustizia del nostro paese, anche nella sua appendice carceraria, abbisogna di una vera e propria riforma radicale».

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