L'ANALISI
22 Novembre 2025 - 05:20
CREMONA - Quella della Zls, la zona logistica semplificata istituita nell’area del porto di Cremona (e non solo) è stata celebrata da tante voci come una vittoria incondizionata per il territorio. A riportare un po’ di dialettica nel dibattito cittadino in merito al progetto di sviluppo logistico è ora Paolo Carletti, assessore all’Urbanistica, che invita alla cautela, smorzando i facili entusiasmi e puntando il dito contro una procedura che, a suo avviso, «sacrifica i processi democratici sull’altare della semplificazione».
In primo luogo, per Carletti, parlare di Zls «senza analizzarne il senso è fuorviante. Queste zone sono state create per rispondere ai dazi americani e hanno senso in connessione con le zone franche doganali, presenti ad esempio nei grandi porti come quello di Genova o Marghera». Un meccanismo per aggirare il pagamento del dazio grazie agli sgravi a beneficio del settore logistico. «Senza zone franche, la Zls è zoppa».
E poi la stoccata ai colleghi del centrodestra: «Ai toni trionfali dei consiglieri regionali e della minoranza chiedo: se qualcuno non riconosce la differenza di impatto portuale tra Genova e Cavatigozzi – afferma l’assessore con una punta di sarcasmo – forse dovrebbe dedicarsi ad altro».
Restando nel campo puramente politico dell’operazione, rivendicata anche dal ministro alle Politiche di coesione Tommaso Foti, Carletti punta il dito proprio sull’impegno reale del Governo: «Non mi pare che si creda tanto in questa operazione, se si guarda ai crediti messi a disposizione. Il rapporto tra quanto stanziato complessivamente nel decreto Milleproroghe per le Zls del Sud e quelle del Centro-Nord è di 10 a 1» sottolinea l’assessore.
Anche sui ‘vantaggi’ presentati con l’approvazione della Zls l’assessore da una lettura critica: «Certo il provvedimento incentiva le imprese che decideranno di approfittare di agevolazioni e sgravi. Ma nel farlo si scarica sui Comuni lo scorporo degli oneri di urbanizzazione e soprattutto si tagliano i processi di controllo democratico e ambientale sui nuovi progetti di costruzione».
Il ‘dimezzamento della burocrazia’, celebrato da più parti, viene letto dall’assessore sotto una luce completamente diversa: «Quei tagli sono conferenze dei servizi, osservazioni e contro-osservazioni di tecnici e comitati di cittadini». In altre parole, si accelerano i tempi sacrificando il dibattito e il controllo pubblico. «Capisco che il mondo imprenditoriale esulti, ma il Comune non è la Confindustria. La politica non dovrebbe mirare alla massimizzazione del profitto privato ma coltivare e difendere una visione a 360 gradi che comporta anche un bilancio ambientale e sociale delle nuove opere».
Un tema già portato alla luce dalla battaglia di comitati di residenti a difesa del territorio come quello di Picenengo, che da anni vigila sui progetti di cementificazione nella frazione: «Come si fa a dar torto alle preoccupazioni come quelle di quei cittadini? – domanda retoricamente l’assessore – Le loro osservazioni sono state utili, hanno avviato processi di verifica più approfonditi».
Proprio Picenengo è coinvolto nel progetto di sviluppo logistico: «Quella zona figura come Zona di innovazione e sviluppo da Regione Lombardia ma ancora non è chiaro se beneficerà delle stesse agevolazioni della Zls. Capisco le preoccupazioni del comitato con il quale ci siamo confrontati più volte, detto questo io penso che una piccola logistica per le aziende della zona potrebbe avere un senso. Ma se poi ci sono delle agevolazioni che si traducono in tagli dei processi democratici, non ci sta. Non si tratta di una battaglia aprioristica ma semplicemente di garantire il rispetto di regole e procedure».
Quello di Carletti suona insomma come un monito a non farsi abbagliare dalle semplificazioni e dai comunicati stampa ma a pretendere, invece, un confronto trasparente e approfondito su un’operazione che rischia di cambiare il volto del territorio, i suoi equilibri ambientali e i suoi processi democratici, per un vantaggio che, per ora, appare tutto da dimostrare.
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