L'ANALISI
20 Novembre 2025 - 05:05
Luciano Pizzetti e un'immagine del cantiere del raddoppio ferroviario
CREMONA - «Fanno bene i territori a tenere alta l’attenzione su un’opera strategica come il raddoppio ferroviario, ma il treno è partito e arriverà fino a Codogno». Tradotto: «Non c’è alcun pericolo che il cantiere rimanga incompiuto». È «un’iniezione di fiducia per il territorio» quella che Luciano Pizzetti, uno dei ‘padri’ del raddoppio ferroviario, decide di praticare dopo l’allarme lanciato dal sindaco di Mantova Mattia Palazzi sui fondi per la realizzazione del tratto Piadena-Codogno. Allarme ripreso dal sindaco di Cremona Andrea Virgilio e dall’assessore Simona Pasquali.

«Fanno bene i sindaci ad attivarsi, ma il completamento dell’opera — sottolinea Pizzetti — non è in discussione». Il previsto raddoppio della linea ferroviaria da Codogno a Mantova sta procedendo nel tratto che va da Bozzolo alla città virgiliana. «Verrà completato nel 2026, poi — spiega Pizzetti — entro la primavera del 2028 il raddoppio raggiungerà Piadena». A quel punto dovrà iniziare la seconda fase dell’opera che riguarderà il tratto da Piadena a Cremona e da Cavatigozzi a Codogno. Ed è questa seconda parte, costo 1,3 miliardi di euro, che non è finanziata.
«Ma è corretto che sia così. Non c’è stata urgenza di postare delle risorse — spiega Pizzettti — perché siamo ancora nella fase della progettazione, che sta tenendo conto anche delle osservazioni emerse nel corso del dibattito pubblico. Il finanziamento di questa seconda parte dell’opera dovrà essere inserito nel prossimo contratto di servizio con Rfi. Ma attenzione, non è necessario — puntualizza l’ex sottosegretario — che venga inserito l’intero ammontare. In realtà è sufficiente prevedere i fondi per iniziare i lavori. Poi i contratti di servizio vengono aggiornati annualmente e le risorse potranno essere implementate cammin facendo. Prevedere subito tutta la massa è impossibile, non ci sono le condizioni. E sinceramente siamo dentro la dinamica che ci eravamo immaginati».
Ma con questo approccio non si rischia uno stop dell’opera? «No, a impedirlo è il commissariamento deciso nel 2021 che riguarda l’opera completa. Vuol dire che il raddoppio — tutto intero — è una priorità per il Paese. Ci sono dunque dei vincoli e non è possibile che un’opera definita come prioritaria si fermi. Il mio vuole essere un messaggio di fiducia: se c’è una cosa su cui mi sento tranquillo è che il raddoppio non resterà incompleto. Non c’è un forse, c’è solo il sì».
"E l’opera è prioritaria perché «è assolutamente strategica per la bassa Lombardia. Non solo per le merci e il sostegno all’economia, ma anche per le persone. Una volta ultimato, il raddoppio metterà in connessione rapida e frequente il Mantovano e il Cremonese con Milano, cuore pulsante della Lombardia. È talmente importante — sottolinea Pizzetti — che senza di esso gli investimenti di pubblico e privato sulle università cremonesi si troverebbero ad avere il fiato corto. È l’opera più importante che possiamo avere e i sindaci fanno bene a tenere alta l’attenzione, ma non siamo ancora alla soglia dell’allarme. Non gridiamo al lupo, perché in questa fase il lupo non c’è»."
Insomma il raddoppio non potrà deragliare grazie alla decisione di inserirlo fra le opere commissariate, un’operazione che in Commissione Trasporti aveva visto collaborare l’allora capogruppo Pd Pizzetti, il mantovano Matteo Colaninno e la presidente Raffaella Paita. «Ovviamente — ricorda Pizzetti — c’era stata molta discussione perché ogni territorio spingeva per commissariare i progetti, ma in una riunione con il Governo (Conte, ndr), il ministro era Paola De Micheli, siamo riusciti a inserire il raddoppio della linea ferroviaria fra le priorità. E siamo anche stati fortunati perché come commissario è stata indicata Chiara De Gregorio, una funzionaria Rfi di elevata caratura e molto capace, come si è visto».
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