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17 Novembre 2025 - 11:07
GENOVA - Uno studio italiano appena pubblicato su Cell Reports rivela che il cervello regola la produzione delle cellule del sistema immunitario. In un modello sperimentale di sclerosi multipla, i neuroni dell’ipotalamo chiamati AgRP risultano disfunzionali, determinando un aumento nel midollo osseo di cellule immunitarie coinvolte nello sviluppo della malattia e un’alterazione dei linfociti T regolatori nel timo. Ripristinare l’attività di questi neuroni migliora la patologia, aprendo nuove prospettive terapeutiche.
Inoltre, i neuroni AgRP producono una proteina, il neuropeptide AgRP, che può essere dosata con un semplice esame del sangue e i cui livelli sembrano correlati alla gravità della sclerosi multipla, rendendola un potenziale biomarcatore.
La ricerca è stata condotta dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e dall’Università di Genova, cofinanziata dal Programma MNESYS, il più grande progetto di ricerca sul cervello mai realizzato in Italia e in Europa, insieme alla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM).
“La sclerosi multipla è una malattia autoimmune: le cellule del sistema immunitario attaccano le fibre nervose del cervello e del midollo spinale”, spiega Antonio Uccelli, professore ordinario di Neurologia all’Università di Genova e coordinatore dello studio. “Le cellule immunitarie si sviluppano nel midollo osseo e nel timo a partire dalle cellule staminali del sangue, un processo governato dalla noradrenalina rilasciata dai neuroni dell’ipotalamo.”
Secondo Tiziana Vigo, co-coordinatrice dello studio, “i neuroni AgRP modulano la produzione di monociti e neutrofili nel midollo osseo e dei linfociti T regolatori nel timo. Nel modello di sclerosi multipla questi neuroni non funzionano correttamente, causando un aumento delle cellule immunitarie dannose e una riduzione dei linfociti regolatori. Ripristinare la loro attività migliora la malattia e riduce l’attacco immunitario al cervello.”
I ricercatori hanno osservato che livelli più alti di neuropeptide AgRP nel sangue corrispondono a forme più gravi di sclerosi multipla e a maggiori segni di infiammazione cerebrale rilevati con risonanza magnetica. Lo studio indica quindi un nuovo modo in cui il sistema nervoso influenza il sistema immunitario e apre la strada a possibili terapie mirate a ristabilire il dialogo tra neuroni e difese immunitarie.
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