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SORESINA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Il don truffato: spariti undicimila euro

A processo gli autori del raggiro di qualche anno fa a San Siro: sul conto solo spiccioli

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

14 Novembre 2025 - 20:45

Il don truffato: spariti undicimila euro

SORESINA - Sono accusati di aver truffato un ex don di San Siro, prosciugando il conto corrente della parrocchia, rastrellando 11.500 euro, lasciando sul conto gli spiccioli: 18,05 euro.

A processo ci sono Romina, 56 anni, residente a Roma, e Giacomo, classe 1982, casa a Varese (li difende l’avvocato Silvia Farina). È stata invece stralciata la posizione, perché irreperibile, di Piero, 70 anni, natali a Napoli, domiciliato a Brescia.

Nel processo, il sacerdote si è costituito parte civile con l’avvocato Cristina Cassani. Nell’indagine poi fatta dai carabinieri, il 27 marzo 2026 il parroco spiegherà come è cascato nella trappola tesa da truffatori professionisti. Intanto oggi, com’è andata l’ha raccontata un seminarista: lui aveva suggerito al don di realizzare un profitto per la parrocchia. Come? Nella palestra dell’oratorio erano state cambiate le lampade, ma quelle vecchie non erano da buttare via.

Da qui, l’idea del seminarista di metterle in vendita a 600 euro su Subito.it. con il suo numero telefonico di riferimento. Così è stato fatto, con il consenso del sacerdote. In quello stesso giorno, il don ha ricevuto un sms sul suo telefono, proveniente, in apparenza, da Banca Intesa San Paolo, la banca di appoggio della parrocchia, con l’invito di accedere a un link per l’accredito dei 600 euro.

Il messaggio era riconducibile alla proposta di vendita delle lampade su Subito.it. Nel pomeriggio, il potenziale acquirente si era fatto vivo con il seminarista, il quale, a sua volta, gli aveva dato il numero del don, titolare dei codici web ed home banking dei conti correnti parrocchiali. Pochi secondi dopo il messaggio trappola (si scoprirà poi) della presunta Banca Intesa, il parroco ha ricevuto una telefonata dall’acquirente che si è presentato con false generalità.

Erano le 15.20. Costui gli ha comunicato di aver già provveduto a versare i 600 euro, gli ha chiesto conferma dell’avvenuta ricezione del messaggio della banca e, rassicurato, gli ha detto che il Pin inserito per l’accredito non era corretto. E che per il buon esito dell’operazione, il sacerdote avrebbe dovuto fornirgli i codici.

Una telefonata di quasi due ore, fino alle 17,15 circa: di là il truffatore, di qua il don poco pratico del sistema Nowbanking, impegnato in un oratorio pieno di ragazzini. Morale. Solo verso le 18, il parroco è riuscito a verificare, attraverso Nowbanking, l’avvenuto accredito sul conto corrente e ha scoperto la truffa.

Il seminarista: «Il parroco mi ha chiamato e mi ha detto di essere stato truffato. Io ho provato a contattare questa persona su WhatsApp, ma ero già stato bloccato. Sul profilo di WhatsApp c’erano due persone: una signora e un signore pelato»: i due imputati.

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