L'ANALISI
15 Novembre 2025 - 05:25
CREMONA - L’idea è nuova e antica al tempo stesso: favorire il dialogo fra generazioni e valorizzare chi è ormai in pensione, chi è avanti con gli anni, come risorsa di memoria, esperienze e storie capaci di arricchire le nuove generazioni. È questo il senso del progetto GenerAzioni in dialogo, curato da Francesca Savoini insieme a Letizia Spinello e Nicoletta Trovato.
«L’indirizzo socio-sanitario, nel triennio, è impegnato in una serie di azioni di PCTO, stage e attività di volontariato nelle Rsa del territorio – afferma la preside, Nicoletta Ferrari –. Si tratta di esperienze consolidate, portate avanti grazie alla collaborazione con Michele Merlini, coordinatore dei servizi territoriali e senior project manager della Fondazione Germani, che insieme a Fondazione Sospiro rappresenta una delle realtà con cui collaboriamo da anni. Fra gli interventi già calendarizzati c’è quello di Gianluca Rossi, che verrà a parlare delle realtà territoriali legate alla Fondazione Sospiro e non solo».
In questo contesto, gli studenti – soprattutto quelli del triennio – si ritrovano a lavorare nelle Rsa, prestare opera di volontariato, fare compagnia agli anziani, raccogliere testimonianze, servire il tè, ma anche proporre attività animative apprese nelle ore di Metodologie operative. Il rischio è che gli studenti percepiscano la vecchiaia e la terza età solo come una condizione ospedalizzata. Da qui nasce GenerAzioni in dialogo, che si pone l’obiettivo di «valorizzare le competenze e il contributo culturale, sociale ed esperienziale delle persone anziane del territorio; promuovere l’invecchiamento attivo, anche attraverso percorsi di alfabetizzazione digitale; riconoscere l’attività di cura del caregiver familiare, ove presente, come valore formativo e sociale – spiega Savoini –. Oltre alla mappatura delle realtà territoriali che si occupano di anziani, vogliamo promuovere un incontro effettivo fra anziani ancora attivi – con le loro relazioni sociali e le loro esperienze – e gli studenti. Gli anziani coinvolti saranno invitati a condividere racconti del passato, memorie locali, storie del quartiere, tradizioni e feste. Cercheremo di realizzare interviste per dare vita a un archivio orale di un patrimonio di esperienze e ricordi a rischio di estinzione. Lavoreremo anche ad attività animative ed espressive che permettano a giovani e anziani di collaborare concretamente».
Fra le finalità del progetto c’è anche quella di promuovere workshop informativi per studenti sul ruolo e sui diritti del caregiver, laboratori di sensibilizzazione e percorsi orientati alla valorizzazione culturale del territorio e del patrimonio locale, grazie al contributo di anziani con conoscenza storica: artigianato, tradizioni, dialetti. Sono previsti anche tour guidati con anziani come narratori.
«La volontà è far incontrare generazioni lontanissime e offrire ai nostri ragazzi l’immagine di una terza età autonoma, ancora ricca di risorse – conclude la docente –. In questo modo, quando si ritroveranno a lavorare all’interno delle Rsa avranno competenze e conoscenze tali da poter contestualizzare quanto viene raccontato dagli anziani e anche gli strumenti per sollecitare ricordi».
L’obiettivo finale per gli studenti del triennio coinvolti nel percorso è lo sviluppo di competenze sociali e civiche: empatia, solidarietà, rispetto delle differenze generazionali e consapevolezza del valore della memoria storica e delle tradizioni. Una conoscenza del patrimonio culturale e delle storie di vita che rientra nella prospettiva dell’educazione alla cittadinanza attiva, promuovendo una maggiore sensibilità verso i temi dell’inclusione sociale e della cura della persona fragile. Il contatto diretto è motore di trasformazione.
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