L'ANALISI
12 Novembre 2025 - 21:01
CREMONA - Il 2 maggio scorso hanno fatto condannare per stalking i loro vicini di casa, madre e figlio di 84 e 47 anni: lei a 1 anno e 10 mesi, lui a 1 anno e 3 mesi. e a risarcirli con 5mila euro a testa. «Abbiamo deciso di combattere legalmente. E a sei anni dalla prima delle sei denunce, giustizia è stata fatta», avevano commentato Roberto e Daniela, i molestati che in quel piccolo condominio — sei appartamenti in tutto — si erano trasferiti a gennaio del 2019, al secondo piano, sotto madre e figlio stalker. Un mese di tranquillità, poi «l’inferno».
Ma neppure la condanna è servita. «Anzi, per ripicca, siamo costretti a vivere come degli accampati nel nostro appartamento. La loro terrazza ha un guasto enorme, ma non lo fanno riparare, la signora non ha voluto far entrare i vigili del fuoco, una volta abbiamo anche chiamato i carabinieri, perché le conseguenze sono qui da vedere. Altro che macchie d’umido». I soffitti di cucina, soggiorno e camera da letto trasudano acqua: sono scrostati, le muffe si sono sviluppate. «L’aria è irrespirabile, ci piovono calcinacci e polvere in testa, non sappiamo più a chi rivolgerci. Non ci aiuta nessuno, venga l’Asl a vedere», l’appello, disperato, di Daniela Brazzi, un lavoro che la fa alzare alle 4.30 del mattino.

«Le perdite sono cominciate due mesi e mezzo fa — racconta —. Roberto ha mandato una mail all’amministratore e al proprietario dell’appartamento. Nulla. Il primo ottobre ho chiamato i vigili del fuoco, ma l’inquilina di sopra non ha loro aperto. I vigili del fuoco sono stati in casa nostra tre ore e mezza, hanno controllato, poi mi hanno detto: ‘Adesso andiamo dalla signora’. E io: ‘Tanto non vi apre’. Non ci credevano, ma lei non ha aperto. La palazzina è divisa dai balconi. Hanno raggiunto l’appartamento da un balcone, le hanno urlato: ‘Ci faccia entrare’. Nel frattempo, si è precipitato il figlio, pensando che arrivassero i carabinieri: lui li ha fatti entrare. I vigili del fuoco hanno detto che la perdita è grave, che andava riparata al più presto. E, invece, gli inquilini non hanno fatto niente. E noi siamo ancora qui, in queste condizioni. Quando li ho chiamati, i carabinieri hanno visto che l’inquilina butta l’acqua dove c’è la crepa per farci un dispetto».

Si sfoga, Daniela. Descrive com’è la vita in un appartamento così malconcio e insalubre. «Lavoriamo tutti, io mia figlia e il mio compagno. Quando usciamo, mettiamo ciotole dappertutto, quando rincasiamo sono piene d’acqua, anzi spesso le gocce travasano. Tengo le finestre aperte per evitare condense e muffa, ma adesso fa freddo. Non posso lasciare fuori gli indumenti, perché dal soffitto scende “polverina”. L’altro giorno ho buttato via la scatola del sale: era impregnata d’acqua. Sulla cappa in cucina non posso più tenere le spezie. Continuo a passare e ripassare il tappeto, in casa c’è un odore terribile e a nulla servono i profumi che spruzzo per farlo andare via. Non c’è aggettivo che possa descrivere come il nostro appartamento sia ridotto».
Ossessionata dal meteo, Daniela. «Continuo a guardare le previsioni terrorizzata che possa piovere. Se piove? E se poi nevica? Gli inquilini che abbiamo fatto condannare, stanno cercando in tutti i modi di farci andare via. La loro è una vendetta, ma perché dovremmo andarcene? Perché dovremmo dargliela vinta? Non ci sta aiutando nessuno».
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