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L'INCONTRO

Don Claudio Burgio, racconti dal Beccaria

Domani in Comune il cappellano del carcere minorile intervistato dal direttore Gualandris

Stefano Sagrestano

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stefano.sagrestano@gmail.com

13 Novembre 2025 - 05:20

Don Claudio Burgio, racconti dal Beccaria

Don Claudio Burgio e l'esterno del carcere minorile Beccaria

CREMONA - Il salone dei Quadri del palazzo comunale ospiterà domani un nuovo appuntamento della rassegna di incontri «Verso gli 80 anni della Repubblica»Conferenze aperte a tutta la cittadinanza per ripercorrere le fasi e i momenti attraverso cui si è giunti alla definizione della Costituzione, in vista dell’ottantesimo anniversario, che cadrà il prossimo anno. Con l’organizzazione della Prefettura, domani sarà ospite don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria e fondatore della comunità Kayros.

Lo intervisterà, a partire dalle 11,30, il direttore del quotidiano ‘La Provincia di Cremona e Crema’ Paolo Gualandris. Al centro dell’attenzione l’articolo 13 della carta fondamentale, quello che garantisce l’inviolabilità della libertà personale: «Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva».

Rientra nel Titolo I della Costituzione, di cui fa parte anche l’articolo 27: «La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte».

Don Burgio avrà modo di raccontare la sua ultradecennale esperienza a diretto contatto con i minori nel carcere milanese, oltre al suo lavoro nella comunità di recupero da lui fondata e dedicata proprio ai ragazzi che hanno bisogno di aiuto per reinserirsi in società e per uscire da condizioni particolarmente difficili. “Riflessioni di un prete in carcere al tempo delle baby gang”, il titolo della mattinata. Don Burgio, cappellano al Beccaria dall’anno scorso, al posto di don Gino Rigoldi, in una recente intervista al periodico Vita.it ha raccontato come sia cambiata nei decenni la composizione etnica dei minorenni in carcere.

«Sono per quasi il 90% minorenni non accompagnati di origine straniera, hanno dai 14 ai 17 anni, in gran parte egiziani, poi marocchini e tunisini. Prima arrivavano ragazzi che volevano formarsi, stabilirsi in Italia, andavano a scuola, poi al lavoro e si inserivano. Oggi sono giovani che girano l’Europa in cerca di soldi, non hanno un’etica e di conseguenza, spesso diventano veri e propri predatori. Anche quando sono rimessi in libertà, difficilmente riescono a cambiare perché tornano spesso alle loro compagnie e anche, probabilmente, a un’organizzazione, almeno per quanto riguarda gli egiziani. Parliamo di molti furti, rapine significative».

Della fatica dell’accoglienza di questi ragazzi in comunità che possano aiutarli a reinserisi senza tornare a delinquere, don Burgio aveva parlato il mese scorso anche Crema, ospite de ‘I Mondi di carta’. «Mancano le comunità, che già sono in difficoltà e non riescono ad assorbire tutti i posti richiesti. Poi c’è anche una certa fatica ad accogliere i ragazzi minori stranieri non accompagnati, anche perché il loro progetto migratorio è ben diverso dal passato».

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