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PIZZIGHETTONE

Riaperta la finestrella di San Vincenzo Grossi, simbolo di fede e memoria

Un gesto carico di significato per il decimo anniversario della canonizzazione del sacerdote pizzighettonese. Il vescovo Napolioni ha celebrato la messa ricordando la forza educativa e spirituale del parroco di Regona

Elisa Calamari

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07 Novembre 2025 - 14:11

Riaperta la finestrella di San Vincenzo Grossi, simbolo di fede e memoria

A destra il vescovo Antonio Napolioni

PIZZIGHETTONE - La finestrella, che dalla casa parrocchiale di Regona permetteva a San Vincenzo Grossi di guardare in adorazione l’altare, è stata riaperta: ieri sera, in occasione della celebrazione del decimo anniversario di canonizzazione del sacerdote pizzighettonese, prima della funzione è stato infatti compiuto questo gesto simbolico. Come a rappresentare la presenza del religioso davanti al Santissimo Sacramento.

Tanti i fedeli gremiti nella chiesa parrocchiale di San Patrizio, dove ad officiare è stato il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni.

Al suo fianco don Angelo Storari, don Gabriele Mainardi, don Mario Marinoni, don Alessandro Lanzani, don Eusebio Cozma, don Alessandro Galluzzi e don Matteo Pini che è originario proprio di Regona.

Tra i banchi anche la superiora generale delle Figlie dell’Oratorio di Lodi, suor Roberta Bassanelli, con le consorelle di Codogno, Maleo e Roggione, a testimoniare l’eredità viva dell’ordine fondato da San Vincenzo. C’era anche suor Miriam Trikanaseril, ultima suora di Regona rimasta fino al 2000 e oggi tornata alla casa madre di Lodi.

«È bello ritrovarsi attorno a un padre che ha generato figli nella fede e continua a intercedere per noi», ha detto don Angelo. Durante l’omelia monsignor Napolioni ha poi invitato a riscoprire il valore dell’oratorio come famiglia che genera vita, luogo di crescita e di fede. Nello spirito di don Vincenzo, che proprio nella frazione pizzighettonese fu parroco zelante e instancabile educatore dei giovani, capace di trasformare anche la solitudine pastorale in fecondità spirituale. È stato ricordato infine quel 18 ottobre 2015, quando Papa Francesco lo proclamò santo dicendo: «Fu un parroco attento ai bisogni della sua gente, specialmente alle fragilità dei giovani. Per tutti spezzò con ardore il pane della Parola e divenne buon samaritano per i più bisognosi».

Alla fine della messa, suor Roberta ha riproposto le parole di San Vincenzo: «Le azioni più comuni, se fatte con retta intenzione, sono graditissime a Dio e di grande merito per noi».

La celebrazione è stata accompagnata dal coro parrocchiale di Regona. I fedeli per l’occasione hanno rimesso i paramenti rossi realizzati proprio dieci anni fa in occasione della canonizzazione, esponendo pure la grande raffigurazione realizzata durante l’estate 2015: grandi e piccini con la tecnica dei pixel avevano riprodotto il volto di San Vincenzo, che ora è stato offerto alla casa madre delle suore di Lodi come futuro dono da parte della comunità.

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