L'ANALISI
06 Novembre 2025 - 17:32
CREMONA - Cresce la produzione, ma si registra una contrazione del numero degli occupati. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge dall’analisi dei dati economici sul secondo trimestre dell’anno, relativi al territorio provinciale, resi noti da Unioncamere Lombardia e dalla Camera di Commercio Cremona-Mantova-Pavia.
Cremona si distingue come una delle province più dinamiche della Lombardia, posizionandosi al quarto posto per performance produttive, con risultati superiori alla media regionale nei comparti manifatturiero e artigianale.
A livello provinciale, la produzione manifatturiera cresce del +1,6% su base annua e il fatturato del +2%, grazie soprattutto alla domanda interna (+7,6%), che compensa il calo degli ordinativi esteri (-2,4%). Anche l’artigianato conferma una moderata crescita di produzione (+1,5%) e fatturato (+1%).
Il rovescio della medaglia è però quello legato all’occupazione, con un saldo negativo di 2.702 rapporti di lavoro. «Il secondo trimestre 2025 registra una contrazione dell’occupazione – si legge nel report –: tra aprile e giugno si contano 10.648 avviamenti e 13.350 cessazioni».
L’andamento segna un’inversione rispetto al saldo positivo del trimestre precedente (+5.111) e un peggioramento rispetto allo stesso periodo del 2024. Il calo coinvolge tutte le fasce d’età e entrambi i generi, ma colpisce con maggiore intensità la componente femminile (-1.590 unità). Anche gli ultracinquantenni risultano particolarmente penalizzati (-930), a fronte di un saldo negativo più contenuto tra i giovani 15-29 anni (-171).

«Sono numeri in chiaroscuro – sottolinea Giovanni Gagliardi, consigliere provinciale delegato al lavoro –: da un lato la tenuta del tessuto produttivo e segnali di ripresa nell’industria e nei servizi, dall’altro una contrazione dei flussi occupazionali e un saldo negativo tra avviamenti e cessazioni. È una fase di assestamento che richiede attenzione e capacità di lettura dei fenomeni locali. Come Provincia, attraverso un attento e sensibile Osservatorio del mercato del lavoro e una robusta rete dei Centri per l’impiego, continueremo a monitorare attentamente l’evoluzione dell’occupazione nel territorio e a promuovere i servizi e le politiche attive del lavoro in collaborazione con tutti gli attori pubblici e privati coinvolti».
L’auspicio è che la contrazione dei posti di lavoro sia solo una fase transitoria. Almeno così annunciano le previsioni per il terzo trimestre, che dovranno ovviamente essere verificate quando saranno disponibili i dati luglio-settembre 2025, ovvero tra qualche mese. «Nonostante la flessione occupazionale osservata, le previsioni per il terzo trimestre sono incoraggianti – prosegue il report –: secondo il sistema informativo Excelsior, le imprese cremonesi prevedono 7.610 assunzioni, in crescita del 10,9% rispetto al trimestre precedente e del 15,8% su base annua. La domanda si concentra soprattutto nei servizi (56,5%) e nell’industria (39,2%), con un leggero aumento anche nel settore primario. Analizzando i contratti stipulati nel periodo aprile-giugno di quest’anno, emerge una quota di avviamenti a tempo indeterminato (18,8%), in aumento rispetto al trimestre precedente (17%).
Il tempo determinato resta comunque la forma prevalente (55,4%), mentre la somministrazione scende al 19,8%. Stabili le percentuali di apprendistato e collaborazioni. «Sicuramente il fatto che la produzione aumenti è positivo – sottolinea Giandomenico Auricchio, presidente della Camera di Commercio di Cremona, Mantova e Pavia –: gli altri dati congiunturali stanno tenendo, a cominciare dall’export, dove Cremona cresce di circa l’1%. Le nostre imprese sono resistenti. Il dato occupazionale mi fa pensare a una fase congiunturale e infatti è già previsto un rimbalzo relativo al terzo trimestre che ci auguriamo possa ripianare quanto registrato tra aprile e giugno. Non dimentichiamo però che non di rado mancano figure professionali e dunque bisogna lavorare per produrre competenze pronte per entrare in azienda, anche attraverso i corsi ITS». Per Marco Bressanelli, presidente della Libera Artigiani di Crema, la variabilità dei dati macroeconomici dell’ultimo anno testimonia l’estrema incertezza di questa fase storica. «Conflitti, crisi internazionali, il problema dei costi energetici e molti altri fattori, con scenari che continuano a modificarsi. Tutto questo influisce sulle scelte di chi vuole investire – evidenzia Bressanelli – insieme al fatto che la crescita economica sia molto debole. In queste condizioni va comunque rimarcata la capacità estrema delle imprese, anche quelle artigiane, di adattarsi ai continui cambiamenti».
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