L'ANALISI
04 Novembre 2025 - 18:57
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Il primo referto è del 2012, quando la moglie si recò al Pronto soccorso: «Policontusioni e naso rotto per percosse». Il referto più recente, di due anni fa, racconta di «plurime contusioni» e parla di «percosse».
«Non so niente». Lui non sa. Lui è l’ex marito di Sofia (nome di fantasia, ndr), 40 anni, nata in un paese dell’Est, laurea in Economia e commercio, madre di due figli e oggi affermata professionista nel suo lavoro: un salone di bellezza. In dieci anni di matrimonio, secondo la sua verità, ha sopportato di tutto. Le umiliazioni: «Io posso, tu no. Io non potevo uscire da sola, lui rincasava tardi la sera. Gli chiedevo il perché, ma io non avevo il diritto di chiedere». Ha sopportato i pugni e i calci. «Tantissime aggressioni fisiche. All’inizio uno schiaffo, poi un pugno, poi ti ammazzo. Era diventata la normalità».
In dieci anni, secondo l’accusa, il marito il naso glielo ha spaccato due volte. Ma lui dice di non sapere nemmeno di quella volta in cui la moglie è corsa al Pronto soccorso con i lividi su tutto il corpo. Primo pomeriggio di oggi, il martedì della difesa dell’imputato dall’accusa di maltrattamenti in famiglia (il 17 febbraio la sentenza).
«Io rispondo a tutto», dice l’uomo al pm Federica Cerio. L’ex marito che ha tuttora il divieto di avvicinarsi alla moglie e ai figli (uno dei quali è minorenne) nega di aver «controllato, manipolato per tutta la vita» sua moglie, di averla «trattata come uno schiava». Fa mettere a verbale: «Io le ho pagato i corsi», quando Sofia aveva trovato un lavoro «in un contesto bancario», ma poi non se ne è fatto niente, «perché il bambino era piccolo».
Lei si era rimessa in gioco: ha studiato per aprire un salone di bellezza. «Io ho aperto il suo negozio, io gliel’ho sistemato, adattandolo, modificando gli impianti. Io ho pagato la baby sitter». L’ex non ci sta a passare per un marito‑padrone che ha impedito alla moglie di avere amicizie. «Mia moglie frequentava le mogli dei miei amici, le frequentava normalmente. Lei aveva la macchina, prendeva e andava». In famiglia le liti c’erano. «Liti verbali, lei era molto aggressiva, mi provocava, mi metteva le mani addosso, mi diceva parolacce. Da quando ha scoperto che io avevo l’amante... da lì è partito sto casino».
Racconta di averla «colpita involontariamente» a fine settembre 2022. «Sono rincasato dal lavoro, lei mi istigava, mi urlava addosso, ma dopo tre giorni eravamo al ristorante assieme, ci sono le foto. Nei giorni successivi, i nostri rapporti erano normali. A ottobre sono uscito di casa fino a gennaio. Lei mi chiamava per farmi tornare». È tornato.
Storia di un matrimonio naufragato nella denuncia e nella separazione giudiziale. Ma prima del naufragio, marito e moglie erano «una coppia normale» agli occhi degli amici portati in aula dalla difesa. «Erano felici e contenti. Non ho assistito a litigi, battibecchi sì. So che hanno avuto problemi per la relazione extraconiugale di lui. So che lui è si è trovato fuori casa, gliene ho da una mia in affitto. Molte volte al giorno lei mi chiamava per intercedere con lui. Le avevo consigliato di cercare di risolvere il problema senza fare battaglie. la colpa non è sempre tutta dell’uno o tutta dell’altra».
Un altro amico: «Ci siamo frequentati con le nostre mogli. Venivano a casa nostra in piscina. Lei spaventata, triste? No. Lei era molto decisa. Atteggiamento possessivo di lui? No, era una coppia normale. Se so perché si sono separati? So che lui aveva trovato una persona che lo faceva stare bene. Lei era molto arrabbiata, adirata. Una volta, passando in bicicletta davanti a casa loro, lui era seduto in un angolo fuori. Lei urlava, deve avergliene dette ‘una palata’».
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