Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

IL 4 NOVEMBRE

Forze armate, le storie di Andrea e Nicoletta: «Non un lavoro, ma una missione»

Oggi la celebrazione per ricordare la vittoria alla fine della Grande Guerra. I racconti di due giovani carabinieri

Elisa Calamari

Email:

redazioneweb@laprovinciacr.it

04 Novembre 2025 - 05:05

Forze armate, le storie di Andrea e Nicoletta: «Non un lavoro, ma una missione»

Andrea e Giuseppe Antonellis e Nicoletta Meccariello

CREMONA - Il 4 novembre ci riporta alle radici della nostra storia, al momento in cui l’Italia ritrovò la sua unità e la sua libertà, alla fine della Prima guerra mondiale. Ed è la Festa delle Forze Armate, che celebra il passato invitando però a guardare avanti con consapevolezza e speranza. Quest’anno è stato scelto uno slogan eloquente: «Difesa, la forza che unisce». Descrive perfettamente il significato profondo della giornata, che vuole lanciare un messaggio di vicinanza, fiducia e comunità: un ideale abbraccio tra cittadini e istituzioni.

Un'immagine della celebrazione dell'anno scorso

«MIO PADRE, CARABINIERE E COLLEGA. HO SCELTO DI SEGUIRE LE SUE ORME»

Ha 29 anni e ha deciso di entrare nell’Esercito nel 2015. Poi diverse esperienze fra Veneto, Campania, Lombardia, Sardegna. Fino al giuramento alla Scuola allievi carabinieri di Torino, nel 2019, e alla laurea in Giurisprudenza nel 2023. Oggi Andrea Antonellis è quarto maresciallo alla stazione carabinieri di Cremona, provincia dove è cresciuto con un esempio importante in famiglia: quello di papà Giuseppe, appuntato scelto qualifica speciale da circa vent’anni in servizio alla stazione dell’Arma di Vescovato.


«Fin da bambino ho percepito la figura del carabiniere come un punto di riferimento per il territorio — spiega —, mio padre è stato ed è proprio questo. Percepire la fiducia delle persone nei suoi confronti è stato sempre motivo di orgoglio per me. Anche per questo già dall’infanzia sognavo di seguire il suo esempio. Preciso che lui non mi ha spinto in nessuna direzione: mi ha lasciato libero, dicendomi sempre di riflettere e di intraprendere la strada che ritenevo più giusta per me. Ho avuto pochi dubbi e infatti a 19 anni ho confermato le mie intenzioni. Non mi sono pentito».

Per il futuro c’è il desiderio di arrivare a comandare una stazione locale, diventando un punto di riferimento proprio come papà. A chi gli fa notare che oggi ha un grado superiore a quello del padre, però, risponde pronto: «Non è una cosa di cui parliamo, anche perché i gradi rappresentano una gerarchia interna ma, di fronte alle persone che si rivolgono a noi, siamo uomini che rappresentano lo Stato e la giustizia. Senza distinzioni. Dobbiamo prima di tutto instaurare un rapporto di fiducia, cercare di comprendere situazioni che a volte sono difficili da spiegare, essere un riferimento specialmente per i più deboli. Ed è così per tutti coloro che scelgono questa professione, indipendentemente dai gradi presenti sulle spalle».


Antonellis spiega che c’è stato un momento ben preciso, alcuni anni fa, in cui ha avuto la conferma di avere fatto la scelta giusta: «Mi trovavo in Sardegna e stavo rientrando dal lavoro a tarda ora, era circa l’1.30 di notte. Sul ciglio della strada ho notato un anziano spaesato. Mi sono fermato – racconta – e ho visto che balbettava, era confuso. L’ho rassicurato e una volta rintracciata la famiglia l’ho riportato a casa. Nei giorni successivi i suoi cari sono venuti continuamente in caserma per ringraziare: la loro gratitudine sincera, semplice eppure preziosa, insieme alla consapevolezza di avere evitato il peggio e di essere riuscito ad aiutare concretamente qualcuno, sono state una conferma importante. Un incoraggiamento a proseguire. Perché, sì, avevo fatto la scelta giusta».

E ancora oggi, a Cremona, la soddisfazione di poter aiutare gli altri è la ‘benzina’ per andare avanti: «Proprio pochi giorni fa mi sono trovato nuovamente a confortare una persona anziana, che aveva subito uno degli spregevoli raggiri che purtroppo capitano di frequente. Ho rivisto lo stesso sguardo colmo di gratitudine». Una sensazione che spazza via il peso dei sacrifici, come i periodi lontano da casa che probabilmente si presenteranno anche in futuro: «Chi sceglie questo percorso – dice il 29enne – lo sa in anticipo…» E lui, che ha avuto l’esempio coraggioso di papà, lo sa meglio di chiunque altro.

«IO, DONNA, NELL'ARMA A 23 ANNI. NON UN LAVORO, MA UNA MISSIONE»

Le prime donne sono entrate nell’Arma dei carabinieri nel 2000, in seguito alla legge del 20 ottobre 1999 che ha permesso l’ammissione del sesso femminile alle Forze armate. Oggi sono circa novemila a prestare servizio in ruoli che vanno dal carabiniere semplice all’ufficiale, e fra queste c’è anche il maresciallo Nicoletta Meccariello. Ha 23 anni, è originaria della provincia di Benevento ed è attualmente in servizio alla stazione di Cremona.

Spiega che, per lei, quella divisa indossata con orgoglio non è un semplice lavoro: «È una missione nella società, un modo per migliorarla e avvicinarla al mondo in cui vorrei che vivesse la mia futura famiglia. Non ho esempi di militari in famiglia – dice –, eppure ho sempre sentito il desiderio di svolgere questa professione. Vengo da un paesino in cui il comandante della stazione dei carabinieri era ed è un vero punto di riferimento, perciò sogno un giorno di potere a mia volta avere questo ruolo».

Una scelta di vita non comune, per una ragazza: «Quando dopo il diploma ho manifestato questa intenzione, non nascondo che c’è stato un po’ di stupore. Anche in famiglia, inizialmente, sono rimasti perplessi. Ci sono ancora molti tabù sulle donne nel ruolo di militare, ma non mi sono arresa: volevo dimostrare che ognuna di noi può e deve scegliere il percorso di vita che ritiene più affine. E che l’essere donna può rappresentare un valore aggiunto, anche in questo campo. Alla fine si sono tutti ricreduti – continua col sorriso –, tant’è che mio fratello minore, seguendo il mio esempio, ha deciso di intraprendere a sua volta questa strada: è attualmente in servizio a Roma».

Dopo essersi iscritta alla facoltà universitaria di Matematica, altra sua grande passione, il maresciallo Meccariello ha così affrontato il concorso Allievi carabinieri, poi la laurea in Giurisprudenza e la scelta di proseguire il suo cammino nell’Arma, che l’ha portata fino al giuramento alla caserma «Felice Maritano» di Firenze, nel settembre 2024. Oggi è terzo maresciallo alla stazione cittadina e ancora sogna di comandare presto una stazione, magari chissà, proprio nella provincia di Cremona, che ancora non ha avuto la sua prima comandante donna.

«Essere carabiniere per me significa rappresentare la Difesa e la Patria, ma stando il più possibile vicino ai cittadini, in un rapporto di fiducia reciproca – spiega –. Il mio essere donna vorrei fosse, appunto, un valore aggiunto in alcune delicate situazioni, come quelle che coinvolgono altre donne, vittime di violenze o persecuzioni. Per loro può risultare più complesso, anche per questioni di pudore, rapportarsi e sentirsi a proprio agio con militari di sesso maschile. Nella pur breve esperienza a Cremona (preceduta da tirocini a Bari e Rimini) mi è già capitato di fornire supporto, e conforto, in situazioni simili. La fiducia e la gratitudine ricevute in cambio danno senso alla mia scelta».

Nelle scorse settimane ha preso parte anche a diverse attività di sensibilizzazione, nelle scuole e ad eventi come il Petsfestival a CremonaFiere. Ai giovani che le hanno manifestato l’intenzione di seguire un percorso nell’Arma, ha ricordato: «Non consideratelo solo un lavoro».

IL PROGRAMA DELLE CELEBRAZIONI

Come riferito dalla Prefettura, oggi a Cremona la cerimonia di deposizione di corone al ‘Bollettino della Vittoria’ si terrà in piazza Roma: anche per ribadire vicinanza e presenza in una parte della città spesso al centro di fatti di cronaca. Il programma prevede alle 10.15 lo schieramento del picchetto d’onore, poi la deposizione stessa. Seguiranno l’ammassamento in via Solferino e alle 11 circa lo schieramento della Fanfara alpina Tridentina ‘Walter Smussi’ e dei reparti, fino all’alzabandiera delle 11.10, seguito dalla lettura del ‘Bollettino della Vittoria’ e dei messaggi del ministro della Difesa e del capo dello Stato. Gli onori finali saranno affidati al vice prefetto vicario. L’ammainabandiera è in programma dalle 16.55, preceduto da un altro picchetto d’onore.


Anche Crema si prepara per la cerimonia del 4 novembre: alle 9.30 ritrovo in piazzale Rimembranze presso la colonna votiva, per la deposizione di una corona d’alloro; alle 9.45 ci si sposterà in piazza Duomo presso la lapide dei caduti per l’Unità d’Italia e alle 10 in cattedrale per la messa. Seguirà, alle 10.45, l’alzabandiera in piazza Trento e Trieste, con altra deposizione di corona e infine discorso del sindaco.


In attesa delle cerimonie ufficiali, che si terranno anche nei paesi del territorio, in un giorno dedicato alla patria abbiamo voluto raccontarvi le storie di due dei tanti militari che hanno scelto proprio di servire l’Italia e i suoi abitanti: due giovani marescialli dell’Arma dei Carabinieri in servizio a Cremona, che in un periodo storico in cui spesso si sente parlare di sfiducia nelle istituzioni e crisi valoriale tra i ragazzi, incarnano invece esempi di coraggio, impegno, integrità, responsabilità ed empatia.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400