L'ANALISI
04 Novembre 2025 - 05:20
												Un’operazione di messa in sicurezza dell’ex centrale nucleare di Caorso
CAORSO - La “macchina” per il ritorno dell’Italia alla produzione di energia nucleare si è ormai messa in moto e, anche se nella Bassa Piacentina stanno già alzando barricate — «Noi abbiamo già dato», è il parere più volte espresso dalla sindaca di Caorso Roberta Battaglia —, cresce il consenso dei cittadini.
Quasi la metà degli italiani, infatti, ora sarebbe favorevole a un ritorno all’atomo. Lo dice l’ultimo sondaggio nazionale che Sogin, società governativa incaricata della dismissione degli ex impianti (compreso quello di Caorso), ha affidato a SWG. A ricevere le domande sono stati anche piacentini e cremonesi. E a dire «sì» è stato circa il 48% degli intervistati. Non solo: il 75% dei contrari non esclude di cambiare idea se le compensazioni saranno adeguate.
In base all’esito del sondaggio, il 17% è assolutamente favorevole all’energia nucleare e il 31% è moderatamente d’accordo, mentre abbastanza contrario si dice il 15% degli intervistati. In forte riduzione, rispetto al passato, coloro che si professano in totale disaccordo: rappresentano il 14%, quasi la metà di coloro che si dicevano del tutto contrari in un analogo sondaggio nel 2024, quando gli italiani contrari a prescindere risultavano il 24%. Senza opinione, invece, resta il 23%: «non sa» e dunque non si esprime.
Interessanti anche le domande circa la localizzazione degli ipotetici futuri impianti. Nel ddl sul nucleare viene fatto riferimento ad un ripristino dei siti che hanno un tempo già ospitato gli impianti produttivi, ipotesi caldeggiata nei mesi scorsi anche da Carlo Calenda proprio durante una visita ad ‘Arturo’, ma è già scattata la sindrome Nimby (not in my back yard): «Non a casa nostra», tuonano proprio a Caorso. Agli intervistati è stato dunque chiesto se accetterebbero una centrale nucleare nel proprio paese di residenza e il 26% si dice favorevole seppure «a fronte delle possibili compensazioni».
Il 75%, inoltre, si dice più propenso a mutare la propria opinione al riguardo se ci saranno, ad esempio, bollette energetiche gratuite per dieci anni. Fra le altre compensazioni che sarebbero gradite ci sono la messa in sicurezza di fiumi, torrenti e altre zone ambientali potenzialmente a rischio; il miglioramento dell’ambiente con la creazione di nuovi parchi, aree verdi e azioni di rimboschimento.
Significativa, infine, la percezione che i cittadini hanno sulla qualità della vita nelle aree che un tempo hanno ospitato gli impianti. Secondo la maggior parte di loro è più alta rispetto alla media nazionale, perché «la popolazione ha potuto godere di benefici legati all’installazione delle centrali». Ed effettivamente, a Caorso, i milioni di euro di ‘tesoretto nucleare’ hanno permesso la realizzazione di numerose opere pubbliche e sgravi per i residenti: è ancora oggi uno dei pochi comuni in cui non si paga l’addizionale Irpef.
Insomma, complici le linee governative, anche la popolazione sembra stia cambiando idea sul tema. Di certo se ne parla parecchio. Anche nei giorni scorsi alla plenaria dell’Associazione industriali a Cremona: «Facciamo chiarezza sull’illusione, pericolosa, che si possa vivere di turismo – ha detto Ferruccio de Bortoli –. Noi siamo ancora un Paese industriale e non possiamo pensare di non pagare dei costi, anche ambientali. Il tabù nucleare, la sinistra, se lo deve togliere».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012 
Server Provider: OVH s.r.l.   Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris