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CREMONA

Tentò di strappare la collana a un anziano, 6 mesi alla scippatrice

La vittima è il padre del medico-poliziotto che ha bloccato la ladra: «Gli ha messo le mani al collo, se non ci fossi stato io l'avrebbe spinto a terra»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

30 Ottobre 2025 - 20:18

Tentò di strappare la collana a un anziano, 6 mesi alla scippatrice

CREMONA - Nella banca dati in uso alle forze di polizia, quando hanno inserito il suo nome, è saltato fuori che Rubinita, 27 anni il prossimo 23 novembre, romena nata in Spagna, in Italia si era già presa diverse denunce a piede libero per rapina e furto aggravato. A luglio del 2020, a La Spezia, aveva scippato il Rolex a una vittima spinta a terra e finita in ospedale con il mignolo fratturato.


Un anno dopo, il 13 maggio del 2021, giovedì, in via Massarotti a Cremona, Rubinita ha messo le mani al collo di un anziano. Voleva strappargli la catenina. Per il tentato furto, oggi il giudice l’ha condannata a 6 mesi, ordinando la restituzione degli atti al pm per il reato di resistenza a pubblico ufficiale (era contestato in maniera generica). La resistenza al figlio dell’anziano, che è poliziotto- medico capo della Questura, quel giorno intervenuto immediatamente. Il processo si era aperto con la domanda di rito del pm alla vittima: «Vuole rimettere la querela?». «La signora ha sbagliato, si proceda». E si è proceduto.

Verso mezzogiorno e trenta, padre e figlio si erano dati appuntamento per il pranzo. Il genitore si stava incamminando verso la caserma Marconi (sede del comando della Polizia stradale), quando, all’altezza di via Trebbia, mentre attraversava l’incrocio, ha notato una ragazza che lo stava seguendo. La giovane si è avvicinata, si è messa a parlare con lui, «ma essendo straniera, non capivo cosa volesse dirmi». La ladra ha continuato a placcarlo, a camminare di fianco all’anziano per circa 100 metri, ha cominciato a toccargli il braccio e la spalla.

L’anziano ha cambiato direzione. Lei gli ha messo le mani al collo, lui se lo è protetto con le sue mani. «Ora chiamo mio figlio». Il figlio medico‑poliziotto libero dal servizio, era una decina di metri avanti. «Ho notato che mio padre era stato affiancato da questa signora che gli ha toccato spalla e braccio. Non riuscivo a capire, poi mio padre mi ha fatto cenno di venire». Raggiunto il padre, il figlio si è qualificato, ha cercato di bloccare la ladra, ma lei «mi ha spinto, ha sgomitato, io ho cercato di parare i colpi, non l’ho neanche toccata».

La giovane si è guardata attorno (probabilmente il complice era in auto) ed è scappata. «L’ho rincorsa in mezzo alla strada mentre transitavano le auto, intanto ho chiamato la centrale operativa». Dalla vicina caserma Marconi è intervenuto un collega. Rubinita è stata bloccata e portata in Questura. Perquisita, in tasca aveva il biglietto da visita di un avvocato. La banca dati ha svelato le ripetute denunce. Ufficialmente incensurata, a Cremona Rubinita si è presa la prima condanna e sarà poi processata per resistenza a pubblico ufficiale. «Se non ci fossi stato io, avrebbe spinto a terra mio padre», ha commentato il figlio.

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