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Opera pia: la svolta del contratto

Redentore: i dipendenti passano da Aris a Uneba, busta paga più ‘pesante’ e incentivi. L’ha deciso il cda della fondazione: «Scelta epocale». Investimento da mezzo milione

Luca Luigi Ugaglia

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redazione@laprovinciacr.it

29 Ottobre 2025 - 05:15

Opera pia: la svolta del contratto

Nel riquadro don Rasoli

CASTELVERDE - Busta paga più ‘pesante’ e altri incentivi economici per i 160 dipendenti dell’opera pia ‘Redentore’. Lo ha deciso il Cda della fondazione di via Gardinali diretto da don Claudio Rasoli, che investendo quasi mezzo milione di euro ha deciso di cambiare il contratto di lavoro al personale per valorizzare tutte le professionalità dell’istituto.

«Annunciamo con orgoglio una decisione epocale – afferma il sacerdote —: da novembre i nuovi assunti passeranno dal contratto Aris-Case di riposo al contratto Uneba, segnando un cambiamento radicale che garantisce maggiori diritti, migliori condizioni economiche e un forte riconoscimento professionale. Tutti gli attuali dipendenti potranno fare richiesta di passaggio al nuovo contratto entro il 28 febbraio 2026».

Le ragioni della svolta: «Il contratto Aris, oggi in vigore, non viene rinnovato da oltre dodici anni e questa situazione – spiega il presidente — ha generato profonde criticità, come la mancanza di adeguamenti economici coerenti con il costo della vita, l’assenza di aggiornamenti normativi a tutela dei lavoratori, la penalizzazione delle professionalità e lo scarso riconoscimento dell’impegno quotidiano degli operatori. Il consiglio di amministrazione ha spinto ad assumersi una responsabilità importante: scegliere un contratto equo, in linea con le esigenze del presente, e che proprio il 25 gennaio di quest’anno è stato rinnovato».

C’è già l’avallo dei sindacati: nelle riunioni del 24 settembre e del 17 ottobre i vertici dell’opera pia con le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil si sono confrontati sulla proposta per avviare un tavolo tecnico di lavoro permanente.

«Il passaggio a Uneba – puntualizza il presidente — non è solo un atto formale, ma significa un investimento da parte della Fondazione di circa 420mila euro annui a beneficio del personale; scelta che riflette la nostra volontà di mettere al centro il valore umano e professionale delle proprie risorse. Questa scelta ha un forte significato politico e sociale: in un tempo in cui il lavoro è spesso svalutato, noi abbiamo deciso di andare nella direzione opposta. Abbiamo voluto dare un segnale concreto di attenzione e di rispetto verso i nostri dipendenti, perché crediamo che solo attraverso la dignità del lavoro si possa costruire una comunità più giusta e solidale. È una decisione che rafforza il legame tra la nostra Fondazione e il territorio, e che dimostra come la cura delle persone passi attraverso la cura di chi lavora ogni giorno per loro. È un passo importante e significativo – continua don Rasoli – che possiamo fare grazie all’azione coraggiosa del nostro direttore Bertusi. Oggi la Fondazione può guardare con più serenità al futuro investendo non solo sul personale, la risorsa più importante e preziosa, ma anche sugli immobili. Oltre agli ingenti lavori del Superbonus 110 che stanno restituendo una struttura più ecosostenibile, funzionale e bella, l’Opera Pia impegnerà oltre 1 milione e 200mila euro per lavori extra come la riqualificazione della vecchia palazzina dismessa, la fisioterapia per esterni e i nuovi parapetti in Rsa. Lavori ingenti ma necessari, che invocano l’attenzione dei più generosi del nostro territorio».

Il dg, Fabio Bertusi, aggiunge: «È doveroso valorizzare le professionalità che quotidianamente si prendono cura delle persone fragili. Abbiamo lavorato negli ultimi tre anni per raggiungere un nuovo equilibrio economico-finanziario che ci permette oggi di compiere questo passo importante. Con il contratto Uneba possiamo finalmente riconoscere e premiare il lavoro dei nostri operatori, con un miglioramento che avrà ricadute dirette anche sulla qualità dell’assistenza offerta».

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