L'ANALISI
26 Ottobre 2025 - 11:19
CREMONA - A luglio ha tenuto una conferenza al Cern di Ginevra, a settembre un’altra a New York, a ottobre in India. Rientrato a Cremona, è corso all’università Statale di Milano, ultima ‘tappa’ del tour di conferenze 2025 dove illustra i risultati delle sue ricerche. Biglietto da visita: «Fisico delle particelle». E pensare che Lorenzo Mai, 29 anni il 6 novembre, in prima liceo scientifico, il Vida, aveva preso ‘4’ nella verifica d’esordio di fisica del prof Flavio Lodi Rizzini, oggi docente all’Aselli.
«Quel 4 mi ha un po’ ferito nell’orgoglio. Sicuramente, è stato il punto di partenza che mi ha spinto a ritrovare la passione». Sorride Lorenzo, laurea triennale in Fisica all’università di Parma, magistrale all’università di Padova, dottorato di ricerca a Brighton, in Gran Bretagna, assegnista di ricerca all’università di Genova, un paio di pubblicazioni, un paio in dirittura di arrivo (entro fine anno), collaborazioni in corso con il Cern e con Cambridge.
«Da fisico delle particelle, studio i mattoni fondamentali della materia e le forze che li legano o li fanno interagire — spiega Lorenzo -. Mi occupo del ‘Modello Standard’, che è la nostra migliore ‘ricetta’ per capire il comportamento delle particelle e di tre delle quattro forze (la quarta non inclusa è l’interazione gravitazionale) fondamentali che conosciamo: l’interazione forte (QCD), responsabile del legame di protoni e neutroni all’interno del nucleo atomico, e l’interazione elettrodebole (EW), ovvero l’unificazione di elettromagnetismo e la forza debole (responsabile dei decadimenti radioattivi)».
In particolare, «fornisco previsioni il più possibile precise per i processi che coinvolgono la formazione dei ‘jet’ (insieme di particelle collimate che viaggiano nella stessa direzione) negli scontri di particelle che avvengono in acceleratori come LHC a Ginevra. In più, sviluppo codici numerici per calcoli teorici complessi nel settore elettrodebole del ‘Modello Standard’».
Ne ha fatta di strada quel bimbo appassionato dell’universo alle elementari. «Mi piaceva lo spazio in generale: pianeti, stelle, galassie». E se al liceo «ho riscoperto il piacere, a parte dello studio, sicuramente della scienza» lo deve al prof di fisica e matematica che «per quanto fosse severo, mi ha risvegliato qualcosa dentro». In quarta, Lorenzo aveva le idee chiare: «Voglio fare fisica». In quinta, «durante una verifica di due ore, ho consegnato subito, perché mi sembrava abbastanza facile. E subito il prof me l’ha corretta.
Mi ha detto: ‘Sì, dovresti fare fisica’. Come al solito avevo fatto un errore di calcolo dovuto a distrazione che mi era costato un punto». E un Abaco in regalo, dopo la maturità, dai genitori, papà Randolfo e mamma Annalisa. «Mamma è stata un punto di riferimento forte, un’altra fonte di ispirazione. Nonostante avesse già un lavoro (un impiego in ospedale, ndr) quando ero al triennio, lei si è laureata in Lettere. Rimettersi in discussione con gli impegni di lavoro e familiari, è stato molto potente, specie se lo fai vedere a qualcuno in crescita come lo ero io».
A maggio scorso, Lorenzo è salito in cattedra, stavolta all’Aselli. «In accordo con il professo Lodi Rizzini, ho tenuto due ore di lezione a tre quinte: fisica in generale, settori di maggiore ricerca adesso, e panoramica sulla fisica delle particelle. Mi piace fare divulgazione». L’ex allievo ha incassato i complimenti dal professore: «Hai raggiunto un livello che poche persone raggiungono».
Ma «non perché io sia un fisico, allora sono un genio. Non lo sono. Io ci ho sempre messo voglia e passione». Stando molte ore al computer, nel tempo libero Lorenzo va in palestra. Gli scacchi per hobby, «anche se sono molto scarso, vorrei studiarlo in modo serio». E la passione per la pesca. Ci andava da bambino con il papà: «Rimettevamo i pesci in acqua. Mi manca. È un momento in cui stai nella natura».
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