L'ANALISI
25 Ottobre 2025 - 05:25
CREMONA - La presenza e l’esperienza dei sacerdoti ‘fidei donum’ della diocesi di Cremona in Brasile è finita al centro degli studi di una tesi di laurea. A firmarla è stata Teresa Maria Schiopetti, 27enne di Stagno Lombardo laureata in scienze dell’educazione e dei processi formativi all’università di Parma, che sta completando la magistrale in scienze pedagogiche a Reggio Emilia. Come riporta il sito della diocesi di Cremona: «L’idea è nata in modo inaspettato – ha raccontato la studentessa –, all’interno del corso di Storia della globalizzazione, tenuto dalla professoressa Silvia Scatena, docente che stimo molto per la sua capacità di far dialogare tematiche storiche e spirituali. Un corso che aveva una curvatura religiosa. Inizialmente avevo pensato di approfondire il tema dell’ecumenismo attraverso la comunità monastica di Taizé, ma la bibliografia era quasi interamente in francese, lingua che non conosco. È stata proprio la professoressa Scatena a suggerirmi di approfondire la realtà dei sacerdoti ‘fidei donum’. Quella che inizialmente sembrava una semplice indicazione si è rivelata molto significativa: ho scoperto, infatti, che il mio attuale parroco, don Pedro Vei, aveva vissuto per molti anni quell’esperienza. Da quell’incontro di coincidenze e stimoli è cominciato il mio percorso».
I preti ‘fidei donum’ sono sacerdoti diocesani inviati, in spirito di solidarietà e collaborazione, come missionari in territori in cui le Chiese locali sono povere di clero. Il loro è un servizio non solo spirituale, ma umano e comunitario. «Proprio questo aspetto – ha continuato Schiopetti – mi ha profondamente colpita: il modo in cui si sono messi a disposizione dell’altro, affrontando realtà sociali, culturali e religiose fortemente diverse da quelle d’origine. La mia attenzione si è concentrata proprio sul tema dell’incontro con l’alterità: in un mondo sempre più globalizzato, anche qui da noi siamo chiamati a relazionarci con persone provenienti da contesti differenti».
Una riflessione, quella della laureata magistrale, che intreccia la scelta di servizio dei preti missionari quanto alle grandi sfide della società contemporanea, tra cui quella dell’integrazione: «La mia formazione pedagogica mi ha portato a maturare la convinzione che bisogna cambiare il nostro vocabolario: non possiamo più chiamare ‘stranieri’ coloro che vivono tra noi. Dovremmo usare parole più rispettose, che riconoscano l’umanità prima dell’origine». Dopo un’analisi del contesto storico e teologico, il cuore della ricerca è uno studio biografico su 19 sacerdoti cremonesi in Brasile, arricchito da interviste dirette. «Metodologicamente, è stata una palestra di ricerca: ho imparato a raccogliere fonti, condurre interviste e sintetizzare dati complessi. Le interviste sono state centrali, rivelando un approccio missionario basato sul dialogo e sullo scambio reciproco, non sulla imposizione».
Una ricerca capace di parlare, attraverso la testimonianza, ai percorsi professionali: «Il modello dei ‘fidei donum’ è diventato un punto di riferimento. Ha dato un senso più profondo alla mia futura vocazione di insegnante, che ora vedo non come una trasmissione unilaterale di sapere, ma come la creazione di una relazione educativa dove, proprio come in missione, si è sia maestri che discepoli».
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