L'ANALISI
24 Ottobre 2025 - 05:05
I tronchi sotto il ponte Salvo D'Acquisto
PIZZIGHETTONE - Da giorni si parla dei tronchi sotto il ponte Salvo d’Acquisto e per diversi cittadini è stato normale invocare i volontari dell’Anai, che però non si occupa più di questi interventi: per la prima volta Giuseppe Papa, volontario del gruppo di Protezione civile e sindaco di San Bassano, spiega le ragioni. E lo fa con amarezza, perché da anni sulle spalle dei volontari pesa un fardello economico da ben 217mila euro, fra sanzioni e pagamenti ad Inail e Inps.


«Fino ad un anno prima del crollo della passerella pedonale di Pizzighettone – spiega Papa –, pulivamo noi periodicamente l’Adda, utilizzando una imbarcazione che avevamo in uso e che veniva comunemente chiamata ‘Schiacciasassi’». Un intervento che in alcune occasioni è stato effettuato anche a Isola Dovarese, in corrispondenza di un altro ponte dove la presenza di detriti legnosi è sempre d’attualità.
«Poi le guardie del Parco Adda Sud ci hanno fatto notare che quel motore non era idoneo e alcuni gruppi ambientalisti hanno avuto da ridire anche sulla rimozione dei tronchi, in quanto a loro dire sarebbero serviti ai picchi. Come se non bastasse, i pescatori di frodo ci hanno affondato le imbarcazioni e il percorso autorizzativo, ad esempio quello con Ferrovie dello Stato per quanto riguarda il ponte di competenza, è diventato sempre più complesso. Così ci siamo fermati».
Papa, però, aggiunge subito che c’è anche un’altra ragione, di natura burocratica ed economica.
«Anni fa l’Anai di San Bassano in convenzione col Comune di Pizzighettone si prendeva cura anche della stazione ferroviaria, che di conseguenza non era oggetto di vandalismi come accade adesso, e organizzava lavori socialmente utili coinvolgendo persone bisognose – ricorda Papa –. Prima del mandato dell’attuale sindaco, però, siamo stati oggetto di un controllo dell’ispettorato del lavoro, che ci ha accusato di manovalanza in nero. Ne paghiamo le conseguenze ancora oggi».
Papa spiega che chi prestava servizio «riceveva un rimborso sulla base delle ore, come da convenzione stessa, e l’Anai faceva solo da tramite». I militari hanno comunque contestato la procedura: «Di fatto il gruppo è stato considerato come un’azienda con dipendenti e mi è stato detto che la legge non ammette ignoranza», dice il sindaco di San Bassano.
Sono seguite vertenze e spese legali, nel frattempo il gruppo ha anche dovuto lasciare la sede nell’area dell’ex Genio per la presenza di amianto. Fino alla decisione di non fare ricorso per evitare ulteriori costi: «Purtroppo siamo stati lasciati soli dagli enti e, fra sanzione, versamenti Inail e Inps, questo controllo su cinque anni di attività al servizio di Pizzighettone ci è costato 217mila euro. Da pagare ne rimangono 120mila circa, all’Inps. E se non fosse stato per un giudice che ha compreso la buona fede, la sanzione sarebbe stata ancora più alta. Abbiamo fatto un mutuo e una parte li ho messi di tasca mia. La vicenda mi è costata molto anche in termini di tempo e impegno: devo ringraziare il mio datore di lavoro Giuseppe Bregoli che mi ha supportato e ha accettato spesso che mi assentassi per la questione. Racconto solo ora l’accaduto – conclude Papa – perché è giusto che i cittadini sappiano».
La barca ‘Schiacciasassi’ è stata demolita e il debito ha inciso anche sulle possibilità di acquisto e sviluppo del gruppo, che oggi non ha imbarcazioni idonee.
«All’epoca avevamo una cinquantina di volontari, oggi siamo rimasti in venti – entra nel merito Papa –. Come è logico che sia, la vicenda ha demotivato: era inevitabile. Ciò nonostante abbiamo continuato a garantire interventi in caso di emergenze legate per lo più al maltempo, anche a Pizzighettone dove abbiamo ancora una convenzione. Di fatto, non abbiamo mai detto no a nessuno. E io, come volontario e come sindaco, non ho perso la fiducia nelle istituzioni».
Il gruppo, però, ha pagato le conseguenze: «Di un errore che chiamerei... peccato di bontà».
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