L'ANALISI
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23 Ottobre 2025 - 09:12
Elena Bardella con il preside della scuola di liuteria Daniele Pitturelli
CREMONA - Cremona e Pechino unite dal saper fare liutario, dall’antica arte di Stradivari riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio immateriale dell’umanità.
«L’Istituto Italiano di Cultura, in sinergia con l’Unesco, ha voluto che a rappresentare l’Italia nell’ambito della Second Beijing International Intangible Cultural Heritage Week fossero la liuteria cremonese e la pizza napoletana — racconta Federico Roberto Antonelli, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Pechino —. L’iniziativa ha voluto dare risalto ai saperi immateriali, alle arti e ai mestieri riconosciuti dall’Unesco, e non solo, in una grande kermesse dedicata all’artigianalità nel suo spirito più alto. L’arte di Stradivari ha dialogato con le maschere della Commedia dell’Arte nell’allestimento di Arlecchino servitore di due padroni nella versione del Piccolo Teatro, lo storico spettacolo di Giorgio Strehler che ha idealmente conversato con l’Opera di Pechino e altre forme d’arte».
Tutto ciò ha avuto luogo al Museo del Gran Canale, un grande padiglione in cui il saper fare delle diverse civiltà si è incontrato e confrontato nel segno della creatività che non conosce confini.
Cremona e il suo saper fare liutario sono di casa a Pechino, grazie ai rapporti che la città di Stradivari e la Scuola Internazionale di Liuteria intrattengono con il Conservatorio Centrale della capitale cinese. Sul solco di questa tradizione, e con il riconoscimento Unesco come motivo di prestigio internazionale per l’antica arte liutaria — nata ai piedi del Torrazzo grazie alle dinastie degli Amati, degli Stradivari e dei Guarneri del Gesù — il preside Daniele Pitturelli e la maestra liutaia Elena Bardella hanno rappresentato la scuola.
«Abbiamo allestito un tavolo da lavoro nel grande padiglione dedicato ai saperi immateriali europei e abbiamo spiegato ai numerosi visitatori che cosa significhi costruire un violino utilizzando il metodo cremonese — racconta Bardella —. È stata una grande festa, in cui davvero l’espressività dell’intera umanità ha trovato casa e rappresentazione nella grandeur che i cinesi sanno mettere in tutte le manifestazioni che organizzano».
Il Museo del Gran Canale si trova infatti lungo il canale che unisce Pechino e Shanghai, un vero unicum.
«Si è parlato di liuteria e abbiamo mostrato, nei limiti di una settimana intensissima, cosa significhi costruire strumenti ad arco secondo la tradizione cremonese — prosegue la liutaia —. È stato emozionante poter partecipare alla cena di gala in ambasciata, alla presenza di Massimo Ambrosetti, ambasciatore italiano in Cina. Nel padiglione erano presenti i saperi e le culture d’Oriente e d’Occidente, mentre all’esterno, nel grande parco, hanno trovato spazio tutte le specialità enogastronomiche dei vari Paesi invitati. In questo contesto, il campione mondiale di pizza a quattro mani, Marco Amicone, ha preparato la specialità partenopea, simbolo dell’Italia intera, sotto gli occhi incuriositi e affamati di migliaia di visitatori».
Le eredità dei saperi immateriali andate in scena al Museo del Gran Canale hanno offerto l’immagine di un’umanità laboriosa e ingegnosa, che ha a cuore il proprio saper fare.
«In tutto questo — conclude Bardella — Cremona e i suoi violini hanno colpito nel segno, confermando come l’arte della musica scaturisca dalle mani gentili dei liutai, che danzano sulle tavole di legno».
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