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CREMONA. L'INCONTRO

Donne e impresa: «Superiamo le barriere»

Il convegno alla Camera di commercio: «Storie esempio di coraggio, forza e talento»

Gianpiero Goffi

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redazione@cremonaonline.it

21 Ottobre 2025 - 21:31

Donne e impresa: «Superiamo le barriere»

Auricchio, Pugnoli, Virgilio, Poli e Zanini al convegno

CREMONA - 'Donne imprenditrici a confronto', per circa due ore, oggi pomeriggio nella sala Maffei della Camera di commercio, per un forum sull’imprenditoria femminile che ha saputo mettere insieme coraggio, talento e forza, come ha detto, coordinando gli interventi, la giornalista de “La Provincia” Francesca Morandi.

A promuoverlo, il Comitato per l'imprenditoria femminile della nuova Camera di commercio di Cremona-Mantova-Pavia, la cui presidente, Gabriella Poli, ha introdotto i lavori, imperniati non solo sulla rivendicazione della parità di genere, ma sulla valorizzazione dello specifico contributo delle donne alla crescita di un’economia solida e sostenibile, e ha presentato le finalità e la composizione del Comitato, costituito a fine 2024, e oggi alla sua prima uscita pubblica.

Nel saluto del presidente dell’ente camerale e di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio, la sottolineatura che nel territorio di Cremona-Mantova-Pavia le imprese dirette da donne si attestano sul 21,7% del totale, un dato comunque superiore a quello regionale lombardo, e il legittimo orgoglio del riconoscimento, nell’azienda di famiglia, di parità di retribuzione a parità di mansioni.

Il sindaco, Andrea Virgilio, si è soffermato su barriere resistenti («la cultura maschile tende a prevaricare»), sfide e potenzialità solo in parte espresse dalle donne nel mondo delle imprese, tra le quali la «molto maggiore attenzione al dettaglio», nonché sul contributo che politica e amministrazioni possono loro offrire in termini di servizi, accesso ai crediti, formazione di competenze aggiornate, tenuta delle aziende.

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Le imprenditrici che hanno portato la loro testimonianza a Cremona

Di seguito Cristina Pugnoli, consigliere di parità dell’amministrazione provinciale, ha illustrato i compiti annessi al proprio ruolo istituzionale, rilevando poi l’importanza di parlare, come in questa occasione, non solo di donne troppo spesso «vittime», ma pure, in positivo, di donne «attrici» in grado di fare impresa e di creare ambienti di lavoro migliori. Promuoverle non ha soltanto motivazioni etiche di equità; si tratta di «investire sul futuro» dell’Italia e del mondo.

In collegamento video da Roma è intervenuta Maria Clelia Romano, dirigente di ricerca dell’Istat, che ha fornito alcuni rilevanti dati statistici nazionali sull’imprenditoria femminile, «ancora fortemente sottorappresentata», dai quali emerge tra l’altro che le imprese dirette da donne, pur più piccole, e appartenenti per un terzo al settore dei servizi e solo per un quarto a quello industriale, sono più giovani e pertanto possono assumere un ruolo di guida per il lavoro giovanile.

Marco Zanini, segretario generale della Camera di commercio, ha fornito invece l’identikit locale delle imprese femminili – la cui età media nel territorio è di 14 anni e mezzo — che hanno dimostrato un buon livello di resilienza sia allo «tsunami economico» del 2007-2009 sia all'impatto negativo del Covid, con una contrazione ridotta al 7,2%. Anche Zanini ha evidenziato l’importante connessione, già in atto, fra imprenditoria «rosa» e coinvolgimento delle nuove generazioni.

Le successive testimonianze di imprenditrici del territorio, Nicoletta Mezzadri (molto apprezzato il suo delicato racconto del passaggio generazionale nell’azienda paterna) Maria Vittoria Brustia, Stefania Milo, Guendalina Galli, Laura Stringa, Margherita Zanenga, Marialisa Boschetti e Manuela Righi, hanno offerto contributi specifici di riflessione, toccando anche la questione del rapporto tra lavoro femminile e cura della famiglia.

Comune e tenace nei loro interventi la convinzione — così sintetizzata dalla pavese Boschetti — che «valorizzare la diversità premia la competitività, e lasciare spazio alle donne non è un favore fatto a loro, ma piuttosto un favore fatto alla società».

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