L'ANALISI
21 Ottobre 2025 - 05:25
CREMONA - Almeno 34mila le persone che in un anno si sono rivolte alle Caritas lombarde, con una forte presenza di stranieri (66%) e donne (54%): se è vero che i principali problemi espressi sono stati povertà economica e disoccupazione, rilevante è stata anche la segnalazione di problemi abitativi. Da questo dato parte il rapporto “Dare casa alla speranza. Le sfide dell’abitare secondo le Caritas lombarde”, presentato nei giorni scorsi nella sede milanese di Caritas Ambrosiana. Al convegno hanno partecipato anche Alessio Antonioli e Andrea Cariani della Caritas diocesana di Cremona.
«I dati locali – è il commento del responsabile del centro di ascolto, Antonioli – rispecchiano quelli degli altri centri di ascolto lombardi. Nel rapporto ci sono 97 testimonianze: nove persone che sono state intervistate in maniera anonima appartengono alla nostra Diocesi e rappresentano perfettamente il racconto condiviso di situazioni di difficoltà abitativa e dell’importanza degli aiuti ricevuti da Caritas su affitti e bollette. Spesso, infatti, ci troviamo di fronte a persone o nuclei che hanno cercato accesso ad un alloggio pubblico e non sono riusciti ad ottenerlo, nonostante vivano in condizioni di precarietà lavorativa, oppure appartengano a famiglie numerose, o ancora non godano più di contributi sulla casa, o non riescano ad ottenere un alloggio nel mercato privato a causa di diffuse discriminazioni».
La Caritas di Cremona continua ad aiutare queste persone «attraverso fondi dedicati, ad esempio quelli del Banco energia, e in sinergia con la rete territoriale». Un sostegno che diventa scialuppa di salvataggio e che spesso permette alle famiglie di non precipitare nel taglio utenze o nello sfratto.
Oltre ai 9 questionari compilati a Cremona nell’ambito dell’indagine, altri 8 sono stati compilati a Crema.
Ne esce un quadro in linea col resto della Lombardia: tra i problemi abitativi registrati da centri d’ascolto e servizi diocesani, il principale è la mancanza di casa (38,9% in Lombardia, contro il 32% in Italia). Alta anche l’incidenza di abitazioni precarie e inadeguate (14,7%, contro l’11,7% in Italia), incluse quelle ottenute in affitto da privati. Elevati il tasso di sfratti o di situazioni di morosità (7,8% contro la media del 4,9%) e quello di sovraffollamento (7,5% contro la media del 2,5%).
Più diffusa, in Lombardia rispetto ai dati Caritas in Italia, anche la condizione di chi vive appoggiandosi a persone conosciute. Nel campione selezionato, molti vivono in famiglie monoreddito, più della metà ha difficoltà a trovare casa, spesso per motivi economici o discriminazioni (soprattutto contro stranieri). Più del 40% ha un’occupazione, a riprova del fatto che talvolta il lavoro non basta a garantire serene condizioni di vita.
Nel report viene dato spazio anche alla descrizione di progetti locali, come quello per la semi-autonomia di Cremona: 23 posti con 30-35 accoglienze all’anno. «Caritas cremonese gestisce da tempo diversi appartamenti di housing sociale temporaneo – si legge –, prevista una gestione di alloggi di proprietà diocesana, in affitto da privati oppure da enti. Le persone accolte sono singoli o nuclei vittime della povertà dovuta alla crisi economica, persone con storie personali connotate da fragilità sociale e relazionale, persone che terminato il percorso di accoglienza presso strutture residenziali non sono riuscite ad intraprendere un solido percorso di autonomia».
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