L'ANALISI
20 Ottobre 2025 - 16:51
Una volante della polizia davanti alla questura di Cremona
CREMONA - Non poteva negare, perché sia i testimoni sia i video girati dalle telecamere lo avevano inchiodato. Ma davanti al gip che lo ha interrogato e lo ha lasciato in carcere, si è detto «pentito, ha capito di aver sbagliato», spiegando di aver avuto «un attacco d’ira» il 21enne romeno, residente in città, una settimana fa arrestato dalla polizia dopo aver preso a testate e a pugni la fidanzatina 15enne, connazionale. Dopo le botte, il giovane le aveva strappato di mano il cellulare ed era fuggito. L’avvocato, Carlo Alquati, ha chiesto al gip di concedere al giovane gli arresti domiciliari dalla madre, che ha dato immediatamente la sua disponibilità. Il gip si è riservato.
Raccolta la segnalazione, le pattuglie delle Volanti si erano immediatamente attivate, rintracciando il violento nel giro di pochi minuti. Il 21enne aveva ancora con sé lo smartphone della fidanzatina. I poliziotti lo avevano poi accompagnato in Questura per identificarlo e ricostruire i fatti sia attraverso le testimonianze di alcuni giovani che, per circostanze accidentali, avevano assistito alla scena, sia attraverso l’analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza.
Ma c’è di più. Dalla ricostruzione è emerso che quella di martedì sera non è stata la prima aggressione subita dalla vittima. Dalla Questura hanno spiegato che la violenza si inquadra «in un contesto di reiterati comportamenti vessatori all’interno della relazione di coppia».
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