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FRA UNIVERSITÀ E RIGENERAZIONE

“Giovani in Centro”, La Gen Z in campo trasforma la città

I ragazzi presentano, con una festa, le idee per far rivivere l’ex ospedale: «Spazi liberi e accessibili, aule studio e sale prove per tutta la comunità»

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

19 Ottobre 2025 - 19:31

“Giovani in Centro”, La Gen Z in campo trasforma la città

CREMONA - Un’anteprima vivace e piena di idee, ma soprattutto dell’elettrizzante protagonismo di un gruppo di giovanissimi. Si è chiusa con un bilancio positivo la festa di presentazione delle attività del tavolo giovani del progetto di rigenerazione urbanaGiovani in Centro”, che ha animato piazza Giovanni XXIII. L’evento è servito a raccontare alla città, in particolare a ragazzi e ragazze, il lavoro fin qui svolto e aprire le porte del futuro polo di San Francesco, che aprirà nel 2027.

Il tavolo ha deciso di organizzare un pomeriggio di festa per «avvicinare i nostri coetanei al progetto – spiega Caterina Tozzi del gruppo – riproducendo in piccolo quello che ci sarà a San Francesco». Il cantiere per la riqualificazione dell’ex complesso monastico non è ancora pronto, ma i cantieri partiranno a novembre. Per tenere alta l’attenzione fino al 2027, anno previsto per il termine dei lavori, il gruppo ha deciso di muoversi subito, organizzando eventi come questo.

«I giovani di Cremona chiedono da anni, in varie forme, spazi di ritrovo e aggregazione che mancano da tempo. Tutti a parole sentono quest’esigenza, adesso abbiamo l’occasione di metterci in gioco e costruire quello di cui abbiamo bisogno». Nel pomeriggio, dalle 16.30 in poi, si sono tenute visite guidate per far scoprire le potenzialità del futuro spazio. Contemporaneamente, la piazza si è trasformata in un vivace salotto della creatività, divisa in aree tematiche e allietata dal servizio bar (previsto anche nel futuro polo).


Il tavolo giovani è composto da una quindicina di ragazze e ragazzi che si ritrovano da giugno: «Il Comune ci ha aiutato nella parte operativa, mettendo a disposizione spazi e risorse, ma ci ha dato anche carta bianca per immaginare l’evento – commenta il diciannovenne Hosni Ahmed –. Questa fiducia ci rende orgogliosi di noi stessi. Non è scontato trovare un gruppo che ha voglia di fare e speriamo che, facendoci conoscere, il numero possa crescere». L’entusiasmo è palpabile, ma il gruppo ha le idee chiare sulle sfide future. L’obiettivo principale è che gli spazi, una volta ultimati, vengano effettivamente utilizzati.

«Da anni gli studenti rivendicano un’aula studio e spazi ricreativi liberi, da vivere soprattutto l’inverno – dice Pietro Lazzari –. In questo senso, per non creare dei gusci vuoti, sarà fondamentale andare verso l’autogestione dei singoli spazi, prezzi alla portata di tutti al bar e, in generale, la gratuità dei servizi per favorire l’accesso di tutti».

E tante sono le idee per ora ancora nel cassetto: «Corsi e contest artistici – racconta Caterina Albertini – sono molto apprezzati, se le strutture sono accessibili. Ma dobbiamo migliorare sulla comunicazione: basta muri di testo e ‘spiegoni’. Servono canali dinamici e gestiti dai giovani, i dettagli si scoprono mettendosi in gioco». Il gruppo non ignora gli scogli all’orizzonte e si mette in gioco per affrontarli: «Sappiamo che molti di noi saranno all’università quando il complesso sarà pronto, per questo dobbiamo creare ora le condizioni per cui questo progetto di partecipazione attecchisca nelle nuove generazioni di cremonesi».

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