L'ANALISI
19 Ottobre 2025 - 19:02
Suor Cecilia Galbardi, don Claudio Rubagotti, Madre Assunta Corti e don Arrigo Duranti
CASALMAGGIOE - Stamattina la messa domenicale è diventata una liturgia solenne per il saluto celebrativo alle ultime Ancelle della Carità della città dopo 145 anni di «discreta ma perseverante» presenza. Madre Assunta Corti e suor Cecilia Galbardi sono state richiamate dal loro Istituto ad un nuovo impegno, e l’abate parroco don Claudio Rubagotti ha voluto così ricordare il secolo e mezzo della presenza delle Ancelle a Casalmaggiore.
Una comunità che, grazie all’operosità e il carisma delle suore, ha visto nascere luoghi indelebili per tante generazioni di casalaschi, impresse anche nella memoria di molti, come ha ricordato l’abate parroco nei giorni scorsi con la lettera pubblicata sul sito delle parrocchie. Dalla Casa per le ragazze povere chiamata ‘Provvidenza’ alla ‘Casa Convito’, all’apertura dell’asilo infantile in seguito rinominato Scuola Materna San Giuseppe. Senza dimenticare l’impegno per la San Vincenzo e nelle diverse attività della vita della parrocchia, dalla catechesi al doposcuola.
Tra i banchi era presente anche il sindaco Filippo Bongiovanni a nome dell’amministrazione e della società civile. «Ringrazio l’Istituto delle Ancelle per tutto questo tempo che hanno camminato insieme a noi – ha ricordato il parroco durante l’omelia –. La loro partenza ci rimanda alla consapevolezza delle nostre responsabilità. Quando una parrocchia non riceve più un prete, o delle suore vengono spostate, è opportuno chiedersi: «come abbiamo corrisposto a questo loro carisma?».
Come nell’immagine di Mosè delle letture di oggi, noi credenti dobbiamo sostenere a braccia alzate ma anche partecipare alla vita della comunità, ognuno facendo la propria parte». Don Rubagotti ha poi brevemente ripercorso la storia di santa Maria Crocifissa Di Rosa, la fondatrice bresciana dell’Istituto delle Ancelle nel XVII secolo, e la sua volontà di esercitare un atto di carità che attraversasse la vita della sua famiglia benestante.
«Una realtà femminile di fare della carità tutta la propria vita, con attenzione ai poveri, ai diseredati e agli abbandonati, a partire dal crocefisso e di intercettare così le sofferenze del suo tempo» ha spiegato il sacerdote davanti alla statua della santa vicino all’ambone. Terminata la messa è seguito un lungo applauso per le due religiose, visibilmente emozionate, prima della partenza nei prossimi giorni.
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