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IL CAMPUS NELLA EX MANFREDINI

Il nuovo Politecnico, gioiello da scoprire

Oggi e domani open day nella sede. Arvedi: «La cultura è fattore di sviluppo»

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

18 Ottobre 2025 - 09:05

Il nuovo Politecnico, gioiello da scoprire

CREMONA - È un pezzo di città restituito alla comunità, un luogo del sapere aperto al mondo e al territorio: è il nuovo campus del Politecnico. Dopo le Giornate d’Autunno del FAI dello scorso fine settimana, le porte del campus di via Bissolati saranno di nuovo aperte alla cittadinanza, grazie alla sinergia tra Politecnico, Fondazione Arvedi Buschini, FAI e Conservatorio Monteverdi, uniti nella volontà di far conoscere la nuova sede ai cittadini.

Il Cavalier Giovanni Arvedi con un gruppo di universitari

Sarà possibile visitare il campus oggi dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30, e domani negli stessi orari. Inoltre sempre domani alle 11, nel Parco centrale del campus, è in programma un concerto dell’Orchestra d’Archi del Conservatorio “Claudio Monteverdi” di Cremona, diretta dal maestro Francesco Fiore. L’ingresso è libero, senza prenotazione (accesso da via Bissolati).

«Con il nuovo Campus del Politecnico prende vita una nuova tappa fondamentale di “Cremona, città universitaria” — ha spiegato con grande soddisfazione il cavalier Giovanni Arvedi —, sottolineando quanto sia importante: «Porre sempre la cultura alla base di ogni sviluppo futuro, cultura come fattore determinante per permettere a Cremona di uscire dall’isolamento e dall’insenilimento. Lo spirito è ciò che permette di fare il passo oltre la logica, verso la creatività».

Dopo il Campus di Santa Monica, la Fondazione Arvedi Buschini ha dunque investito le proprie energie e risorse nel recupero del complesso dell’ex caserma Manfredini, in una prospettiva di sviluppo che pone la città di Cremona all’avanguardia per la qualità dell’offerta formativa e i servizi a disposizione degli studenti.

Il prorettore del Politecnico Gianni Ferretti

«Il nuovo campus del Politecnico, grazie alla Fondazione Arvedi Buschini, ha restituito una parte di città, rendendo fruibile uno spazio prima adibito a caserma e, ancor prima, a monastero — commenta il prorettore Gianni Ferretti —. Dopo il fine settimana delle Giornate d’Autunno e la curiosità suscitata tra i cittadini, il cavalier Arvedi ha voluto invitare nuovamente i cremonesi a visitare la nostra sede, destinata ad accogliere migliaia di studenti e a diventare un punto di riferimento per la formazione ingegneristica e tecnologica. Sarà possibile visitare i vari ambienti, vedere le aule e apprezzare come la parte storica sia stata trasformata in un accogliente studentato. Gli ampi spazi, le aule all’avanguardia per dotazione tecnologica e la grande aula magna permettono di immaginare uno sviluppo importante del polo cremonese. In quest’ottica si inserisce l’avvio, il prossimo anno accademico, della triennale in Process Engineering. Visitare il campus del Politecnico credo sia non solo l’occasione per vedere come uno spazio prima inaccessibile sia ora patrimonio comune».

DA CASERMA A SPAZIO PER IL SAPERE

Nel cuore di Cremona, l’antico complesso dell’Annunciata, oggi sede del nuovo Campus del Politecnico di Milano, racconta oltre cinque secoli di storia, trasformazioni e rinascite. Sorto sul sedime dell’antico palazzo del conte Covo, uno dei più fastosi della città, fu ceduto nel 1494 alle monache agostiniane provenienti da Pavia. Il convento della Santissima Annunciata di Maria Vergine nacque ufficialmente il 29 aprile di quell’anno e divenne in breve un importante centro religioso, ospitando fino a centoventi monache dedite alla preghiera e al lavoro.

Con la soppressione degli ordini religiosi, nel 1791, le monache furono costrette ad abbandonare il convento, che venne trasformato dalla Repubblica Cisalpina in caserma di cavalleria, mantenendo il nome dell’Annunciata. Nel 1848 la caserma fu teatro di un episodio cruciale del Risorgimento: il battaglione Ceccopieri, composto da italiani, si ammutinò contro gli austriaci, aprendo la strada all’ingresso trionfale di Carlo Alberto in città.

Nel 1876 una convenzione fra il Ministero della Guerra e il Comune di Cremona sancì la definitiva destinazione del complesso a uso militare, che nel 1904 venne intitolato al tenente cremonese Marzio Manfredini, caduto nella guerra d’Eritrea. Durante la Seconda guerra mondiale, l’8 settembre 1943, la caserma resistette per un’intera giornata all’attacco dei carri armati tedeschi, episodio ricordato come uno dei momenti più alti della resistenza cittadina. Dopo vari restauri, dal 1983 al 2012 la Caserma Manfredini ospitò il Comando del 2° Gruppo del 4° Reggimento Artiglieria missili contraerei.

Rimasta poi inutilizzata, è tornata a nuova vita grazie alla Fondazione Arvedi Buschini, che ha promosso un imponente progetto di restauro e riconversione. Il cantiere, aperto nell’agosto 2022, ha interessato un’area di quasi 30mila metri quadrati, con oltre 20mila metri quadrati di superfici coperte e 7mila di spazi permeabili. Il complesso, inaugurato nel 2025, segue il modello del campus all’americana: ospita aule per 1.900 studenti.

CON IL MONTEVERDI UNITI PER LA MUSICA

«Abbiamo pensato a un programma che potesse dare la giusta visibilità a tutta la famiglia degli archi, di cui Cremona è città natale per la sua tradizione liutaria». Così il maestro Francesco Fiore, docente di viola al Monteverdi, anticipa lo spirito del concerto che si terrà domenica mattina alle 11 nel cuore del campus del Politecnico, coinvolgendo l’orchestra d’archi del conservatorio cittadino.

Il maestro Francesco Fiore

«Si è scelto di eseguire brani barocchi, nel segno di una vocazione per la musica antica che appartiene alla città — prosegue Fiore —. Abbiamo pensato a un programma che potesse mettere in evidenza l’ensemble, ma anche le singolarità. Eseguiremo il Concerto in la minore per due violini di Vivaldi, con Emma Bertozzi e Giulia Galantini; il Concerto in sol maggiore per due viole di Telemann, con Cosimo Quarta e Davide Pasquali; e il Concerto per violoncello di Vivaldi, con Cosmaola Nitti e me alla viola. Poi l’intero ensemble si esibirà in Eine kleine Nachtmusik di Mozart. In questo modo vorremmo raccontare quanto facciamo in conservatorio, ovvero la capacità di valorizzare i singoli talenti, senza mai dimenticare il piacere della musica d’insieme».

Tutto questo nel nuovo campus del Politecnico, che celebra la vocazione universitaria di Cremona in tutti i campi del sapere.

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