L'ANALISI
15 Ottobre 2025 - 10:20
Roberto Rava e il municipio di Soresina
SORESINA - Rava-gate: il primo summit in plenaria, con partiti e consiglieri della maggioranza, non ha placato i dissapori che si sono creati nella squadra di Alessandro Tirloni dopo che il sindaco ha deciso di licenziare il suo vice. Ci sarebbe già un nuovo vertice in vista ma l’esito delle consultazioni non è scontato.
Inutile dirlo, le porte erano chiuse. E quindi, fino al comunicato ufficiale, come spesso o quasi sempre accade in questi casi tutto si basa sui rumors. Premessa chiarita, resta il fatto che la ricostruzione basata su fonti attendibili è cristallina: la revoca degli incarichi a Roberto Rava ha spaccato in due la squadra di Governo.
Sempre secondo gli informatori, che raccontano la storia in modo differente ma con lo stesso incipit e il medesimo finale, lo scontro si giocherebbe sul piano della comunicazione e del confronto prima di prendere certe scelte. Quelle che contano. Scelte che, riciclando un termine di epoca renziana, il sindaco e il suo cerchio magico non avrebbero fin qui condiviso con tutti i partiti che sostengono la coalizione, facendo inevitabilmente storcere più di un naso.
Specialmente a chi scopre il tutto a giochi fatti. Il Rava-gate sarebbe solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. D’altronde Italia Viva e Fratelli d’Italia, come confermato nei commenti a caldo, sarebbero venuti a conoscenza del benservito a Rava, esattamente come tutti gli altri soresinesi, leggendo il giornale. Una situazione a dir poco anomala in una corazzata da Prima Repubblica.
C’è poi da aggiungere che la fascia tricolore, come tutti gli attori che hanno partecipato al consesso interforze, non ha al momento commentato, confermato o smentito le voci che riguardano la crisi interna. Dunque bisognerà necessariamente attendere ancora qualche giorno per vederci chiaro. Ed è forse anche per questo che la città sta seguendo la vicenda con palpitazione, quasi fosse una fiction hollywoodiana.
Le ragioni sono piuttosto ovvie: tanto per cominciare c’è il fattore estremamente positivo. In un Paese, s’intende l’Italia e non Soresina, sempre più disilluso nei confronti della politica e fondamentalmente disinteressato a livelli da anestesia, per le strade e nei bar tutti tornano finalmente a parlare di piazza Marconi e di cosa succede in municipio.
Che già quando la Nazionale si sta giocando la qualificazione non è poco. Poi c’è la questione più squisitamente soresinese, legata al recentissimo passato di un Comune che, poco meno di 12 anni fa, fu commissariato dall’allora prefetto Picciafuochi. Certo, l’Aventino dei sette consiglieri dell’era Monfrini appare oggi lontanissimo, per contesto e argomenti, ma non è strano che i soresinesi convivano ancora adesso con lo spauracchio della gestione tecnica.
In definitiva: Tirloni resta lì e, anche solo aritmeticamente per i voti e pur considerando le due defezioni più “papabili”, non ha minimamente di che preoccuparsi. Vero anche che, cominciassero a essere tre i mal di pancia, staremmo parlando di una partita diversa. Ma, come detto, si tratta di speculazioni e voci di corridoio. Anche se vengono dal corridoio vicino alla stanza giusta.
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