L'ANALISI
07 Ottobre 2025 - 08:23
La pelle sequestrata
CREMONA - Due anni fa, tra le opere d’arte contemporanee esposte in negozio, aveva messo una imponente pelle di un coccodrillo di Johnson: 2,30 metri circa di lunghezza. Si tratta di un rettile di acqua dolce originario dell’Australia, protetto a livello pressoché planetario dalla Convenzione di Washington (Cites), che vieta di detenere, porre in vendita, esporre o utilizzare esemplari vivi o morti o parti degli animali a rischio di estinzione. Il sequestro del coccodrillo è storia del 19 novembre 2023.
L’8 gennaio 2024, all’artista albanese , 37 anni, era stato notificato il decreto penale di condanna a 4.500 euro di multa, ma lui, assistito dall’avvocato Raffaela Parisi, si è opposto e ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato. L’udienza è stata fissata al 30 ottobre prossimo. Si difenderà dall’accusa di aver violato la norma della legge 150/ 1992: Disciplina dei reati relativi all’applicazione in Italia della convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via d’estinzione, firmata a Washington il 3 marzo 1973.
Due anni fa, nel bel mezzo della Festa del Torrone che riempie di folla le vie del centro, passando nella più defilata via Montello, zona Castello, i carabinieri della Forestale avevano messo gli occhi sulla vetrina, anzi, li avevano buttati oltre la vetrina, su quella pelle di coccodrillo. Il negozio era chiuso, dentro non c’era nessuno. C’era, però, un cartello affisso all’ingresso. Gli investigatori della Forestale sono risaliti all’affittuario del negozio e al proprietario della pelle, l’albanese appunto. L’uno e l’altro sono stati invitati, meglio convocati, a presentarsi in negozio il 19 novembre, il mercoledì del sequestro. Con i carabinieri della Forestale c’erano i colleghi forestali specializzati del Nucleo Cites di Pavia. Questi ultimi hanno certificato che si trattava di pelle di Coccodrillo di Johnson.
Il mercoledì del sequestro, l’albanese aveva spontaneamente dichiarato di aver acquistato da un espositore la pelle di coccodrillo al ‘Balon’ di Torino (Balùn in piemontese), lo storico mercato delle pulci. La leggenda vorrebbe che il nome faccia riferimento a un volo con una mongolfiera che si sperimentò molto dopo quello parigino (con persone a bordo) del 1783. Tuttavia, già sulle carte dell’assedio di Torino del 1706, la zona era nota come ‘Borgo del Pallone’ e, quindi, non legato ad alcuna mongolfiera.
Dal ‘Borgo del Pallone’ a via Montello, zona Castello. Ai carabinieri della Forestale, l’albanese aveva precisato di non sapere che si trattasse di una pelle vera di coccodrillo e nemmeno che servisse un documento che ne attestasse la provenienza per poterla detenere. Altra precisazione. “Ho esposto la pelle “soltanto come opera d’arte”: non era sua intenzione venderla o cederla “a qualsiasi titolo a terzi”.
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