L'ANALISI
29 Settembre 2025 - 05:15
CREMONA - «Sono qui per farmi vostro compagno di cammino, perché diventiamo credenti sempre più credibili». Così don Davide Barili, 57 anni, si è presentato alla comunità di San Sebastiano che lo ha accolto ieri mattina come nuovo parroco, chiamato anche – come recita il decreto vescovile letto all’inizio della liturgia dal vicario episcopale don Antonio Bandirali – ad «una sempre maggiore collaborazione pastorale con la vicina parrocchia della Beata Vergine di Caravaggio». Tra i concelebranti anche il parroco di quest’ultima, don Andrea Spreafico.
E che si tratti della prima tappa di una prossima e ‘progressiva’ unità pastorale è stato confermato sia dal vescovo Antonio Napolioni, che ha presieduto la messa, sia nel saluto rivolto a don Barili da Gabriele Panena, a nome del Consiglio pastorale parrocchiale.


Sul sagrato, prima della celebrazione, il benvenuto del vicesindaco Francesca Romagnoli e del vicesindaco di Pomponesco Gabriele Giacomoli, oltre che del vice-commissario della Polizia locale Maurizio Gioacchini. Romagnoli ha richiamato i concetti di rispetto reciproco, incontro e dialogo che anche un parroco può rappresentare, diventando «un punto di riferimento per tutti, credenti e non».
In chiesa, dove il vescovo, il nuovo parroco e i concelebranti hanno fatto l’ingresso accolti dal canto corale ‘Cristo vive in mezzo a noi’, c’è stato il saluto della comunità. Panena non ha nascosto il contesto di «fede intiepidita», di cristiani «seduti su una ritualità che ci appaga», sollecitando sacerdoti, religiosi e laici a «incarnare la corresponsabilità conciliare».
A don Barili è stata donata una casula bianca, «il colore della festa». Poi, all’omelia, il vescovo, prendendo spunto dalla parabola del ‘ricco epulone’, che «dovrebbe farci sussultare», ha ricordato che anche un nuovo parroco ha il compito evangelico di portare, come uomo di Dio, «la lieta notizia ai poveri», soprattutto attraverso la preghiera, l’ascolto, l’annuncio, la celebrazione, il perdono.
Nell’intervento finale di don Barili, salutato all’uscita da un caloroso applauso, non è mancata la gratitudine per le comunità mantovane che ha lasciato, che hanno «esagerato» nel festeggiarlo, e per i giovani dell’oratorio: «ma esagerare — ha detto — è una caratteristica di Dio».
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