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IL PUNTO

Con violini e organi che gran concerto

Cremona Musica e le Invasioni botaniche trasformano la città in una fiera diffusa, unendo musica, arte e artigianato, valorizzando il territorio e rafforzando la collaborazione tra capoluogo e Crema

Paolo Gualandris

Email:

pgualandris@laprovinciacr.it

28 Settembre 2025 - 05:30

Con violini e organi che gran concerto

Tanto tuonò, che alfin piovve. Si può prendere spunto da questo antico proverbio attribuito addirittura a Socrate, per riflettere su una serie di segnali arrivati dal fine settimana che stiamo vivendo, con la città e l’intero territorio in positiva fibrillazione per la contemporanea andata in scena di Cremona Musica e delle Invasioni botaniche d’autunno. Le cose non accadono all’improvviso, voleva sintetizzare il filosofo ateniese. Sia in negativo che in positivo. In questo caso (evviva!) possiamo volgerlo nella sua versione più ottimistica.

Dopo aver sentito a lungo e da tempo vox clamantis in deserto per sollecitare un’apertura del comune capoluogo all’intero territorio, finalmente abbiamo potuto assistere a un pratico esempio virtuoso in questo senso. Con il ruolo di rompighiaccio assunto con decisione da CremonaFiere.

Dopo gli ‘assaggi’ degli anni scorsi, Cremona Musica International Exhibition and Festival, in svolgimento da venerdì a questa sera, si è definitivamente aperta al territorio. Come insegna l’esperienza delle grandi rassegne milanesi, che fanno scuola in questo senso, un evento fieristico invece di concentrarsi in un unico luogo, che ne resta comunque il fulcro, si espande sul territorio diventando quel che si dice una fiera diffusa, formula che consente di sfruttare le risorse del territorio. Così facendo si coinvolge un numero sempre maggiore di partecipanti, ma non è certo quello l’obiettivo per una manifestazione unica in Europa e di per sé quindi già capace di attrarre espositori, buyer e visitatori da tutto il mondo.

A chi viene da fuori va mostrato il volto migliore della città e del suo territorio. Per storia, bellezze architettoniche, valenze artistiche e paesaggistiche, gli elementi per stregarli ci sono tutti, nella fondata speranza che una volta tornati nelle loro sedi possano diventare testimonial della cremonesità. Cioè attori della migliore pubblicità possibile, quella di chi ha avuto gioia da un’esperienza.

Parliamo di migliaia di persone, per lo più ad elevata capacità di spesa e, in quanto immersi nel mondo della musica, ad alta qualità della vita nonché professionisti del bello. Per loro in tre giorni sono stati organizzati oltre duecento eventi che hanno visto e vedono coinvolti mille artisti, anche di fama mondiale, e masterclass.

Va letta in questo senso la scelta strategica di mandare in scena proprio nei giorni del Salone internazionale della musica le Invasioni botaniche – fiori, arti e affini in città, che trasformano il centro storico in un grande, colorato e profumato giardino, valorizzandone la bellezza intrinseca. Qui l’alleanza è stata tra CremonaFiere e i patron delle Invasioni, vale a dire Confcommercio, Le Botteghe del Centro, PubliA, SGP Grandi Eventi e DUC (Distretto Urbano del Commercio). Tutte realtà che hanno come obiettivo fondante quello di fare di Cremona un centro il più attrattivo possibile.

A completare l’opera c’è un fuori salone di notevole livello, che coinvolge le maggiori istituzioni culturali cittadine, dal Teatro Ponchielli all’Auditorium Arvedi nel Museo del Violino, così come l’intero centro diventa palcoscenico di concerti e performances. Ma c’è di più, perché non è solo Cremona. Si conferma infatti una solida alleanza con Crema grazie alla determinazione di Roberto Biloni, presidente di CremonaFiere, e di Marco Bressanelli, leader della Libera Associazione Artigiani Cremaschi, la cui vocazione è quella di portare nel terzo millennio l’artigianato artistico che altrimenti rischia di morire. Il riferimento in particolare è all’arte organaria, patrimonio storico di Crema, la cui filiera di recente ha avuto il riconoscimento regionale, grazie anche al grande impegno di Guido Guidesi, assessore lombardo allo Sviluppo economico.

Due concertifuori salone’ sono stati organizzati al palazzo ex sede del civico istituto musicale Folcioni e all’auditorium Manenti e da Cremona sono partite navette per visite guidate al museo dell’arte organaria di Crema. Dentro il salone, a Cremona Musica, è stato allestito per il secondo anno consecutivo il padiglione dedicato a chi quell’arte continua a praticarla. Un esempio concreto di come, se c’è la volontà culturale e politica, si può mettere fine alla storica, ma odiosa e fuori dal tempo contrapposizione tra le due principali città del territorio, con l’autoreferenziale Cremona a guardare dall’alto in basso la ‘piccola’ Crema e quest’ultima protesa nel rivendicare il proprio senso di superiorità economica e la maggiore vivacità intellettuale. Una contrapposizione che non porta da nessuna parte se non all’eutanasia di entrambe le città. Così come hanno poco senso, a questo livello, le differenziazioni tra schieramenti politici, come ha ricordato il senatore Renato Ancorotti, cremasco protagonista di una legge bipartisan che ha portato milioni di euro in dote al cremonese Festival Monteverdi, riconosciuto di interesse nazionale.

Sono andate proprio in questo senso le considerazioni uscite dalla tavola rotonda organizzata subito dopo la cerimonia di inaugurazione della kermesse di CremonaFiere, che ha visto la partecipazione oltre che di Biloni, Ancorotti e Guidesi, di Andrea Virgilio, sindaco di Cremona, Roberto Mariani, presidente della Provincia, e Giandomenico Auricchio, numero uno della Camera di Commercio Cremona Mantova Pavia. L’esempio di collaborazione che viene da Cremona Musica dimostra che il futuro possibile passa da un metaforico gran concerto con violini e organi, non da due più piccole esibizioni separate. Insieme si suona meglio e la melodia può abbattere confini. Senza dimenticarsi che il percorso di collaborazione è appena agli inizi e deve essere consolidato, magari cercando di coinvolgere anche Casalmaggiore nel fuori salone a partire dalla prossima edizione.

Ce lo ha ricordato Guidesi: «La vera sfida del futuro è giocare una partita di squadra in un contesto mondiale che, giorno dopo giorno, sembra peggiorare. Il nostro territorio, la provincia di Cremona, rappresenta un esempio positivo, unisce tante nazionalità in un unico contesto, proprio mentre a livello globale c’è chi cerca di dividerle. Credo che questo segnale, che arriva dal basso, sia la vera forza dei territori», ha concluso ricordando l’impegno della Regione nel sostenere l’impianto fieristico: «È bene che questi territori vengano ascoltati più spesso: forse, così facendo, qualche errore si potrebbe anche evitare».

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