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Colesterolo alto: un rischio silenzioso

Una dieta equilibrata, attività fisica e perdita di peso diventano strumenti efficaci per ridurre i problemi cardiovascolari. Nuove ricerche e linee guida indicano come tutelare il cuore fin da oggi

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

26 Settembre 2025 - 09:35

Colesterolo alto: un rischio silenzioso

(foto IA)

CREMONA - Più di 1 italiano su 4 soffre di colesterolo elevato, un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, tra le principali cause di morte nei Paesi occidentali. Contrastarlo non richiede rivoluzioni: bastano piccoli cambiamenti quotidiani, come uno stile di vita sano, esercizio fisico regolare, dieta equilibrata e perdita di peso.

Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism dai ricercatori della Mayo Clinic evidenzia che per ogni chilo perso, il colesterolo si riduce in media di 1,28 mg/dL. Da questa consapevolezza nasce la campagna “E tu, hai a cuore il tuo cuore?”, promossa dalla Fondazione Cuore e Circolazione “Il Cuore Siamo Noi” della Società Italiana di Cardiologia (SIC), annunciata in occasione della Giornata mondiale del cuore e presentata il 2 ottobre al Senato.

Prevenzione: un investimento necessario

«Il tema che affronteremo durante il convegno è attuale e ancora troppo sottovalutato. Le malattie cardiovascolari riducono l’aspettativa di vita, e le politiche di prevenzione devono essere viste come investimento, non solo come costo», dichiara la Senatrice Clotilde Minasi, Commissione Affari Sociali e Sanità.

«Lo spot TV andrà in onda sulle reti RAI e Mediaset dal prossimo autunno, promuovendo la prevenzione del colesterolo come pilastro della salute cardiovascolare – spiega Francesco Barillà, presidente della Fondazione Cuore e Circolazione “Il Cuore Siamo Noi” della SIC –. Per ridurre il rischio di infarto e ictus è fondamentale mantenere bassi i livelli di colesterolo LDL, soprattutto nei soggetti ad alto rischio».

Secondo i dati dell’Osservatorio Passi dell’Istituto Superiore di Sanità, solo il 18% delle persone conosce il proprio livello di colesterolo, quasi metà non considera l’LDL dannoso e un terzo ritiene che il rischio interessi solo chi ha problemi cardiaci pregressi.

«L’ipercolesterolemia è invece il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Uno studio globale pubblicato su Nature Reviews Cardiology ha mostrato che il colesterolo alto ha causato disabilità in oltre 98 milioni di individui e 4,4 milioni di decessi», sottolinea Pasquale Perrone Filardi, Presidente SIC.

Perdere peso per proteggere il cuore

La ricerca della Mayo Clinic ha analizzato 73 studi clinici su 32.496 partecipanti sovrappeso o obesi, con età media di 48 anni e peso medio di 101,6 kg. «Ogni chilo perso riduce mediamente i trigliceridi di 4 mg/dL, il colesterolo LDL di 1,28 mg/dL e aumenta l’HDL di 0,46 mg/dL – spiega il Prof. Barillà –. Anche piccoli cali di peso aiutano a proteggere il cuore».

Aggiornamento linee guida ESC: focus su LDL e Lipoproteina(a)

Le nuove linee guida ESC 2025, presentate al congresso ESC, aggiornano le indicazioni del 2019: il colesterolo totale non è più un parametro utile per valutare il rischio cardiovascolare.

«Ora il focus è sul colesterolo “cattivo” e sulla Lipoproteina(a) come indicatori più precisi di eventi cardiovascolari – puntualizza Gianfranco Sinagra, Presidente eletto SIC –. L’LDL resta il bersaglio terapeutico principale».

La Lipoproteina(a), o Lp(a), è particolarmente pericolosa perché contiene una “coda” proteica, l’Apolipoproteina (a), che aumenta il rischio di trombi e aterosclerosi. «La Lp(a) va misurata almeno una volta nella vita, idealmente al primo profilo lipidico – spiega Ciro Indolfi, presidente della Federazione Italiana di Cardiologia –. Valori superiori a 50 mg/dL indicano un rischio elevato e richiedono una gestione intensiva dei fattori di rischio tradizionali».

Stile di vita: la prima arma

Le linee guida raccomandano di personalizzare i valori soglia di LDL secondo il rischio del paziente e di privilegiare modifiche dello stile di vita prima di qualsiasi intervento farmacologico. «Se il paziente riesce a raggiungere i target di LDL con alimentazione equilibrata e attività fisica, questo rappresenta l’esito migliore – conclude il prof. Perrone Filardi».

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