L'ANALISI
20 Settembre 2025 - 09:28
CREMONA - È entrato in casa. «Voglio i soldi!». Si è messo a rovistare nella borsa di sua madre. Cercava il portafogli, lei ha provato a impedirglielo. Il figlio, 37 anni, da una ventina tossicodipendente, le ha afferrato la mano sinistra, gliel’ha stretta e le ha dato un morso. Impaurita, la donna, 66 anni, si è allontanata, lui ha sfilato dal portafogli due banconote da 20 euro e se ne è andato. Storia del 9 dicembre 2024, lunedì mattina.
Accusato di aver rapinato sua madre, il figlio ora è stato condannato a 1 anno, 10 mesi e 700 euro di multa nel processo con rito abbreviato in udienza preliminare (era difeso dall’avvocato Giancarlo Rosa).
Quel lunedì mattina, la madre era nel giardino di casa, ha sentito il cane abbaiare. Pensando che qualcuno fosse davanti al cancello, si è girata. Suo figlio era nel cortile, diretto in casa. La discussione, il morso. La madre lo ha querelato.
Lo ha fatto due giorni dopo, quando si è accomodata davanti ai carabinieri e ha messo nero su bianco il suo dramma. «Mio figlio da circa vent’anni fa uso di sostanze stupefacenti e alcoliche e nonostante più volte abbia cercato di seguire percorsi terapeutici, non è mai riuscito a smettere definitivamente». Ha raccontato che a settembre del 2024, il figlio aveva anche smesso di lavorare, «perché riteneva che l’occupazione che stava svolgendo fosse troppo pesante e poco retribuita».
Nella sua narrazione, la madre è tornata al marzo del 2024, quando aveva chiesto al figlio di lasciare la casa dove abitava con un contratto di comodato d’uso. La casa era della nipote, che aveva intenzione di venderla. La madre gliene aveva trovata un’altra, ma il figlio non voleva spostarsi. Ha cominciato a insultarla, minacciarla, offenderla. Succedeva in casa della madre, ma anche in quella della nonna materna. Il nipote non aveva risparmiato neppure lei: insulti e richieste di soldi.
Esasperata, la madre ha chiuso i rapporti con il figlio, che dal mese di ottobre, un paio di volte alla settimana, alterato probabilmente dall’astinenza di droga, si presentava da lei. Scavalcava il cancello. «Ho bisogni di soldi!». «Vi ammazzo tutti». Ogni volta, la madre gli impediva di entrare nell’abitazione, rifiutandosi di dargli il denaro. Il culmine è successo il 9 dicembre. Lei ha detto basta. Lo ha denunciato.
Interrogato sul fatto, il figlio aveva provato a ridimensionare. «La motivazione per la quale mi ero recato presso l’abitazione di mia madre era poiché ci eravamo messi d’accordo che mi avrebbe dato i soliti 5 euro che mi dà di solito per comperare le sigarette». Un accordo «orale».
«I soldi glieli ho chiesti quando ero già entrato e quando mi ha dato il consenso, l’ho seguita in casa dove c’erano la borsetta e il portafoglio. Sinceramente, non ricordo che cosa riguardava la discussione con mia madre, ma no, non le ho morso la mano. E non ricordo come abbia reagito dopo che ho preso i soldi, anche perché non ne ho avuto modo di rendermene conto, poiché sono uscito immediatamente dopo aver preso i soldi dal suo portafoglio».
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