L'ANALISI
19 Settembre 2025 - 05:30
Nel riquadro Il giovane violinista Davide Facchini A destra gli applausi alla fine della messa in scena dell’Amleto di Gasparini al Theater an der Wien
CREMONA - La folta chioma nera gli copre parte dello sguardo, una barbetta appena accennata sottolinea che gli anni passano: avere 25 anni non è uno scherzo e cercare di vivere di musica neppure. Davide Facchini è un talento dell’archetto, innamorato della musica barocca e, dopo essersi diplomato al Conservatorio ‘Claudio Monteverdi’, ha deciso di fermarsi a Cremona. «Vivere qui non solo mi piace, ma credo sia il posto giusto: vicino a Milano, ma non nel caos milanese. Soprattutto, Cremona è una città che potrebbe vivere di musica antica: ne sono convinto, deve solo crederci». E tanto è bastato per lasciare Roma, dove Davide Facchini è nato e cresciuto: «Sono nato a Roma nel 2000 e ho iniziato lo studio del violino all’età di otto anni. Determinante in questa fase iniziale è stata la mia prima insegnante, Giovanna Lattanzi, con cui ho cominciato a studiare violino a Tivoli».
È stato però al conservatorio ‘Monteverdi’ che Facchini ha maturato l’idea e la possibilità di fare della musica — in particolare della musica barocca — una professione: «Ci spero e a questo sto lavorando — racconta con sguardo timido, mentre le mani sottili fluttuano nell’aria e ogni tanto le dita affusolate spostano il ciuffo dal volto —. Mi sono diplomato col massimo dei voti e ho incontrato docenti che mi hanno cambiato. Tra questi, Laura Gorna, con la quale ho conseguito la laurea triennale in violino moderno: un’artista esigente e severa, ma capace di trasmettere un rigore assoluto. Proprio grazie a lei ho partecipato a una masterclass tenuta dal maestro Salvatore Accardo, in un progetto da lei ideato e dedicato al ciclo delle Sonate per violino di Beethoven. Per me, Laura Gorna è stata una figura fondamentale, sia sul piano umano che violinistico; a lei devo davvero molto. Ho studiato anche con Silvia Chiesa, eccellente docente di musica da camera, e con il grandissimo violista Francesco Fiore».
Parallelamente, Facchini ha intrapreso un percorso di perfezionamento presso l’Accademia Chigiana di Siena, in sinergia con il Mozarteum di Salisburgo: «Ho avuto l’onore di studiare presso la prestigiosa Accademia Chigiana di Siena, una delle istituzioni musicali italiane più importanti, soprattutto a livello internazionale. Ho partecipato, nel 2023 e 2024, alla masterclass di violino barocco con il Maestro Hiro Kurosaki, all'interno del programma Chigiana Mozarteum Baroque Program, in collaborazione con il Mozarteum di Salisburgo — racconta —. Nel 2025 ho avuto inoltre il piacere di conoscere e studiare, sempre nell’ambito delle masterclass senesi, con Elisa Citterio, attuale docente di violino barocco al Mozarteum, con la quale collaboro anche in ambito professionale. Per me lei rappresenta una grande figura di riferimento».
Da qui nasce anche la collaborazione con La Lira d’Orfeo, che permette a Facchini di costruire pian piano quella che spera sia la sua esclusiva professione: «Con La Lira d’Orfeo, sotto la direzione di Elisa Citterio, e con Raffaele Pe, ho avuto il privilegio di esibirmi in sedi prestigiose come la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma e il Theater an der Wien di Vienna, dove ho suonato in orchestra anche nell’allestimento dell’Amleto con le musiche di Francesco Gasparini». All’orizzonte, c’è anche un progetto discografico con un’importante casa produttrice olandese specializzata in musica barocca: «Ho registrato, per l’etichetta Brilliant Classics, l’integrale delle Partite per violino solo di Johann Joseph Vilsmayr, Artificiosus Concentus Pro Camera, la cui pubblicazione è prevista per la seconda metà del 2026, sotto la direzione artistica di Elisa Bestetti », spiega. Il trasferimento a Cremona non è stato un caso: «No — risponde convinto —. Qui è nato Monteverdi, da qui parte la grande tradizione barocca. Poi Milano è vicina e da lì posso raggiungere Salisburgo, Vienna e le grandi città della musica colta».
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