L'ANALISI
18 Settembre 2025 - 09:25
Nel riquadro Luca Babbini
CREMONA - A febbraio del 2021, seconda ondata pandemica, rientrato da una consegna delivery, con lo scooter è finito in una buca — «non segnalata da tanto tempo» — in via Platina, all’imbocco con via Sicardo, la stessa via dove ha il suo ristorante, ‘Il Violino’. Luca Babbini ci è finito dentro con una ruota, poi è caduto: 40 giorni fermo, lo scooter da buttare via. Ha fatto causa al Comune per i danni. L’ha persa.
Doveva essere «più accorto», Babbini: nel quartiere, i residenti chiacchieravano del «mancato completamento dei lavori di copertura del manto stradale e in ogni caso delle condizioni dei luoghi». E «dunque, verosimilmente» se ne sarà chiacchierato «anche con chi nel quartiere aveva un esercizio commerciale». Lo scrive il giudice nelle 9 pagine di motivazione della sentenza: Babbini è stato condannato a rifondere al Comune 5mila euro di spese di giudizio. «Prendo atto della sentenza, non la condivido: la ritengo un’ingiustizia. Farò appello e, se necessario, andrò fino in Cassazione». Torna a quel drammatico periodo, il ristoratore. «Una situazione disastrosa che persiste, perché quei due anni di pandemia non riesco più a recuperarli. Il nostro settore è in crisi. Il locale va bene, ma sopravvivo: riesco a pagare il corrente, non il pregresso».
Il 28 febbraio, rientrato dall’ultima consegna e chiuso alle 18 il ristorante, Babbini in scooter va in via Platina attraverso piazza Santa Maria Zaccaria. Svolta a destra, in via Sicardo evita due persone «che invadono la mia corsia», con lo scooter va nella buca. «Sono riuscito a non cadere immediatamente, la forcella davanti si è spezzata a metà, la ruota davanti si è rotta. Ho zigzagato non so per quanti metri e poi sono caracollato a terra. Dei testimoni mi hanno visto cadere». La telefonata a casa. «Non ho chiamato il 118: c’era il Covid». Preferiva stare alla larga dall’ospedale. A casa, Babbini chiama il suo medico. «Mi riscontra vari traumi». Poi manda un messaggio vocale al sindaco di allora, Gianluca Galimberti. La voce è sofferente: lo informa della buca pericolosissima. L’indomani, il sindaco gli manda un messaggio: ha interessato l’assessore. La buca sarà poi «segnalata» e in seguito sistematata. Nella causa, Babbini non ha superato il primo vaglio: i testimoni lo hanno visto cadere, non finire nella buca.
«Ma per la Cassazione, vale anche il principio del ‘più probabile che non’ — spiega l’avvocato Roberta Ruggeri, legale del ristoratore —. In casi così, è difficile dimostrare che tu metti la moto o il tacco nella buca, se nessuno ti vede in quell’istante. Il carrozziere ha detto che il tipo di danno era compatibile con il forte dislivello della buca. Babbini è caduto in prossimità della buca, la buca non era segnalata. ‘È più probabile che non’». Del «caso buca» si era occupato un primo giudice. «Assunte le prove testimoniali, aveva fatto una proposta transattiva». La causa è stata poi riassegnata ad un altro giudice. Babbini va in Appello.
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