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EDILIZIA SCOLASTICA

Sicurezza ‘certificata’: solo 4 istituti virtuosi

Dall’agibilità alla prevenzione incendi, nel Cremasco quadro simile alla media italiana. Pesa l’età avanzata degli edifici: avere tutte le carte in regola è più che mai complicato

Riccardo Maruti

Email:

rmaruti@laprovinciacr.it

15 Settembre 2025 - 05:20

Sicurezza ‘certificata’: solo 4 istituti virtuosi

CREMA - Tra i temi che ogni anno accompagnano l’avvio delle lezioni c’è anche quello dell’edilizia scolastica. Non si tratta di un problema circoscritto a un’area o a un territorio in particolare: è piuttosto una condizione comune a gran parte d’Italia, dove l’età avanzata degli edifici e la lentezza degli adeguamenti normativi rendono difficile arrivare a una situazione di piena regolarità. Anche il Cremasco non fa eccezione e si colloca all’interno di questo quadro nazionale, con dati che non si discostano troppo dalla media.

I numeri più recenti del Ministero dell’Istruzione e del Merito, riferiti all’anno scolastico 2023-2024, restituiscono un quadro chiaro: nove edifici scolastici su dieci in Italia non dispongono di una o più certificazioni obbligatorie. Le principali riguardano la sicurezza e comprendono:

  • Segnalazione certificata di agibilità
  • Libretto di omologazione INAIL per la centrale termica
  • Certificazioni antincendio (SCIA, attestato di conformità, piano di evacuazione)
  • Documento di valutazione dei rischi

Gli open data ministeriali hanno iniziato a riportare anche le prime informazioni per l’anno scolastico 2024-2025, sebbene ancora incomplete soprattutto sul fronte antincendio. Incrociando le banche dati disponibili, emerge che nel Cremasco solo quattro scuole dispongono di tutte le certificazioni richieste: lo Sraffa, il Munari, l’Istituto Comprensivo Enrico Fermi di Montodine e la primaria di Agnadello. Per contro, circa un edificio su due è ancora privo della segnalazione certificata di agibilità, il documento base che attesta l’idoneità di uno stabile a ospitare attività scolastiche. Va comunque ricordato che le percentuali potrebbero registrare variazioni – in positivo o in negativo – quando l’aggiornamento ministeriale sarà completo.

A livello nazionale, il dato complessivo parla di 40mila edifici scolastici statali, dei quali 36mila non si possono considerare “a norma” sotto il profilo delle certificazioni. In 3.588 casi, pari al 9% del totale, le scuole risultano addirittura prive di ogni attestazione obbligatoria: si tratta di spazi che accolgono circa 700mila persone tra studenti e personale. Anche sul fronte antisismico la fotografia è parziale: solo il 53% degli edifici dispone di un certificato di idoneità statica, nonostante l’Italia sia un Paese fortemente esposto sia al rischio sismico sia a quello idrogeologico.

La questione della manutenzione si intreccia con quella delle certificazioni. Secondo Legambiente, una scuola su tre in Italia necessita di interventi urgenti, percentuale che sale al 50% al Sud e nelle Isole. Negli ultimi anni le risorse statali sono aumentate: nel 2023, per la manutenzione straordinaria, sono stati stanziati in media 42mila euro per edificio, contro i 36mila euro della media quinquennale precedente. Tuttavia, permane un divario significativo tra sommee programmate e somme effettivamente spese: sempre nel 2023, a fronte dei 42mila euro messi a bilancio per ogni scuola, la media realmente utilizzata si è fermata a poco meno di 24mila euro. Un differenziale che rallenta la messa in sicurezza e contribuisce a mantenere il ritardo accumulato.

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