L'ANALISI
13 Settembre 2025 - 05:30
ISOLA DOVARESE - Un viaggio nel tempo tra storia e tradizione, un tuffo nel passato alla Corte dei Dovara.
La benedizione dei gonfaloni e delle contrade sul sagrato della chiesa da parte di don Samuele Riva ha aperto il 58° Palio delle Contrade di Isola Dovarese, la rievocazione storica della visita della marchesa di Mantova Barbara di Brandeburgo nel paese dello Stato Gonzaghesco.
Una manifestazione che come sempre ha richiamato tantissime persone già dall’apertura dei mercati e delle taverne qualche ora prima. Le vie illuminate dal fuoco delle fiaccole, la paglia sulle strade, il calore delle locande e il vociare dei mercanti hanno ricreato una atmosfera molto suggestiva che ha catapultato gli avventori in un tipico borgo del quindicesimo secolo.
Il rito della consegna delle chiavi da parte del sindaco Gianpaolo Gansi al podestà, che fino a domenica guiderà il paese, ha preceduto lo spettacolo di apertura della kermesse, quest’anno intitolata ‘Navigatio insulensis’ per la regia di Gianni Miceli e con la direzione artistica di Emanuele Tira.
In scena il racconto della straordinaria leggenda medioevale di San Brandano e della sua impresa mistica per raggiungere la terra promessa. Davanti al numeroso pubblico è andata in scena la prima parte di questo percorso con il racconto dell’arrivo di San Brandano, la partenza con la sua nave e la prima tentazione.
Un viaggio tra isole incantate, creature marine, demoni, prodigi e redenzioni che culminerà domenica con l’arrivo nella terra promessa.
Uno spettacolo che ha catturato i presenti e che ha unito musica, danza e fuoco grazie alla sapiente ricostruzione delle danze affidata a Simona Pasquali, alla ricostruzione musicale dell’Anonima Frottolisti e a coloro che materialmente hanno realizzato lo spettacolo: il gruppo danzatori Tripudiantes Dovarensis, i musici e gli sbandieratori di Dovara, la compagnia teatrale all’Improvvista e i rappresentanti delle contrade.
E mentre la piazza si trasformava in un teatro a cielo aperto, tra le vie del borgo brindisi con il vino speziato e fruttato, canti popolari, spettacoli pirotecnici con personaggi d’altri tempi, armaioli, nobili e mendicanti.
E naturalmente le tavole imbandite nelle diverse taverne dell’Aquila d’Oro, della Tenca, dei Sette Peccati e del Viandante per un’esperienza gastronomica unica; luoghi dal sapore antico dove poter gustare i piatti tipici tramandati negli scritti dei cuochi del Rinascimento.
Dai civieri di selvaggina, al pesce fritto o in carpione, zuppe di legumi e tortelli. Ogni contrada una taverna, ma anche mercati per gustare cose più veloci come erbazzoni, panini, crostoni di pane con salse e dolci.
Un’esperienza immersiva che, come sempre, non ha disatteso le aspettative e ha riportato i presenti indietro nel tempo.
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