L'ANALISI
11 Settembre 2025 - 11:31
Rievocazione storica a Calvatone
CALVATONE - «La manifestazione era alla sua prima edizione e deve senz’altro crescere in termini di visibilità, ma siamo soddisfatti per aver portato a Calvatone e nel territorio casalasco-viadanese qualcosa di nuovo che sicuramente verrà riproposto». È il commento del presidente dell’associazione Pobic Paolo Novellini che nel fine settimana ha organizzato nella zona ai piedi del fiume Oglio tra Calvatone e Acquanegra la rievocazione storica delle due battaglie di Bedriaco.
La rievocazione storica e l’allestimento sono stati curati dall’associazione per la Storia e dal gruppo storico Legio II Germanica di Rovigo, che hanno portato a Calvatone accampamenti romani, personaggi in abiti storici e ricostruito un campo di battaglia dei primi anni dopo Cristo.
Al pubblico presente è stato spiegato come si formava l’esercito, l’addestramento di un soldato romano e come si svolgeva la vita quotidiana. Altra parte coinvolgente è stata quella con l’impiego dei cavalli, animali fondamentali in ogni guerra dalla notte dei tempi e fino alla Prima guerra mondiale.
Dal punto di vista storico vengono ricordate due battaglie importanti nel territorio attorno a Calvatone. La prima battaglia fu combattuta il 14 aprile 69 tra l’esercito di Otone e quello di Vitellio, due pretendenti al trono dell’Impero romano dopo la morte di Nerone e Galba, nel cosiddetto anno dei quattro imperatori. La seconda battaglia di Bedriaco, invece, molto più importante dal punto di vista della spartizione dei territori, fu combattuta il 24 ottobre 69 tra le forze di Vitellio e Vespasiano. La sconfitta di Vitellio permise a Vespasiano di diventare imperatore, iniziando la dinastia dei Flavi. In seguito Antonio avanzò su Roma, dove prese prigioniero Vitellio, che fu qualche tempo dopo ucciso.
«Siamo felici perché abbiamo dato la possibilità di far conoscere a tante persone Pobic e le sue attività umanitarie, che hanno nel progetto Cuore aperto — che prevede l’arrivo in Italia dei piccoli pazienti (e delle loro madri) per ricevere cure cardiochirurgiche presso l’ospedale Gaslini di Genova e il loro successivo ritorno nel loro paese d’origine — l’attività principale», conclude Novellini.
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