L'ANALISI
LA MANIFATTURA SOTTO LA LENTE: I DATI DEL SECONDO TRIMESTRE
10 Settembre 2025 - 05:20
CREMONA - Dopo la rincorsa degli scorsi trimestri, l’industria cremonese ha ripreso a marciare. Peraltro, con un passo più deciso di quello della Regione. Lo mettono nero su bianco i dati Unioncamere relativi al trimestre aprile–giugno 2025, con un report che sforna numeri (sia congiunturali che tendenziali) finalmente positivi: la produzione industriale cremonese è cresciuta dell’+1,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, molto più che in Lombardia (+0,6%). Lo stesso, sempre su base annua, vale per gli ordini interni, che a Cremona svettano al +7,6%, mentre in regione crescono del +2,2%. Colpisce anche la crescita del fatturato in provincia su base tendenziale, che arriva al +2% (+1,4% in Lombardia). Unica nota stonata: il calo degli ordini esteri, scesi del -2,4%.
Cenni di ripresa vengono anche dall’artigianato locale, sia sul fronte della produzione (+1,5%, contro il +0,3% lombardo) che su quello del fatturato (+1%). Anche in questo caso, l’unica voce fuori dal coro è quella degli ordinativi, in lieve calo rispetto all’anno scorso (-0,7%). Un punto dolente, se comparato con la crescita della domanda estera registrata in Regione (+3,8%).
Resta il fatto che le imprese lombarde marciano a velocità diverse. Le più grandi mostrano i risultati migliori (+1,6% produzione), mentre le medie imprese crescono dello +0,7%. Stabili, invece, le micro. I settori più dinamici: minerali non metalliferi (vetro, prodotti refrattari, ceramica, cemento, calce, gesso), edilizia, abbigliamento e pelli-calzature, finalmente in ripresa dopo una lunga fase di contrazione. Ancora in difficoltà, sul fronte opposto, il tessile, che registra cali consistenti su tutti gli indicatori, insieme a gomma-plastica, carta-stampa e mezzi di trasporto. Per quanto riguarda l’artigianato, infine, Unioncamere sottolinea la crescita dei settori siderurgico e alimentare, mentre gomma-plastica, carta-stampa e tessile restano in affanno.
In questo panorama, in Regione l’occupazione cresce, con un saldo ingressi-uscite del +0,3% rispetto al primo trimestre. Parallelamente, c’è il calo della cassa integrazione, in particolare nei settori che nei trimestri scorsi avevano evidenziato maggiori difficoltà. Ecco perché, guardando ai prossimi mesi, le aspettative della manifattura, anche cremonese, riflettono un «sentiment positivo» per domanda esterna, occupazione e fatturato, al netto delle incertezze in materia di produzione e domanda interna. Incoraggiano a guardare al futuro con ottimismo, in tutta la Lombardia, la riduzione dei costi delle materie prime e la progressiva ripresa dei consumi domestici.
A spiegare il cambio di passo è la crescita della domanda interna, insieme alla rinnovata facilità di accesso al credito. «Bene i dati della manifattura lombarda — commenta Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia — rappresentano un segnale positivo, anzi molto positivo. Adesso è importante consolidare la ripresa sperando che la situazione geopolitica internazionale migliori, ripristinando così un clima di fiducia nel futuro».
Ottimo anche il riscontro di Giandomenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia, oltre che della Camera di Commercio di Cremona, Mantova e Pavia. «Anche nel secondo trimestre 2025 — commenta — si confermano segnali di ripresa nei territori di Cremona e Mantova, in continuità con quanto osservato a inizio anno, mentre ancora emergono alcune difficoltà dal territorio pavese». E aggiunge: «Nonostante l’attuale contesto, le imprese del nostro territorio, in prevalenza piccole e medie, ma ben capitalizzate e con una marcata propensione all’export, mostrano resilienza e dinamismo. L’Ente camerale, in sinergia con l’intero sistema camerale lombardo, prosegue nel proprio impegno a sostegno delle imprese». Anche i dati regionali, fanno ben sperare: «Dimostrano — conclude Auricchio — che il tessuto imprenditoriale è solido e bastano piccoli miglioramenti per dare nuovo impulso alla crescita. Tanto è già stato fatto su questo fronte grazie a Regione Lombardia e al Sistema camerale, ma occorrono ulteriori sforzi per migliorare l’accesso a nuovi mercati esteri, formare personale specializzato e ottimizzare le catene di fornitura».
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