L'ANALISI
06 Settembre 2025 - 05:00
A palazzo Comunale
CREMONA - Più di dieci anni di ‘motosega’ sui dipendenti pubblici hanno svuotato scrivanie, strade, e soprattutto le amministrazioni. Cremona non fa eccezione, semmai si può dire che in Lombardia fa scuola. Dal 2001 al 2023, il Comune ha perso quasi un dipendente su tre, con un decremento complessivo del 26,9%, mentre l’ente Provincia ha registrato un taglio sui dipendenti pari al 22,7%.
Lo riportano Uil Lombardia e Uil Fpl Lombardia nel rapporto sull’evoluzione del personale, realizzato sulla base di dati ufficiali del Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato. Sotto la lente ci sono i dipendenti di Regione Lombardia, dei Comuni capoluogo di provincia e delle amministrazioni provinciali lombarde (anche Città Metropolitana di Milano).
Cremona, in regione, si trova in buona compagnia. «In poco più di vent’anni — riporta Uil in una nota — il personale complessivo degli enti locali lombardi è diminuito del 27,4% rispetto al 2001 e del 18,1% rispetto al 2011, con punte critiche nei Comuni di Lodi (–41,2%), Como (–35,7%), Pavia (–35,9%) e Varese (–32,3%)». Ha certamente influito anche l’aumento dei salari, cresciuti in maniera residuale rispetto al costo della vita.
Altro aspetto segnalato da Uil è la presenza femminile nelle file della pubblica amministrazione, sempre più consolidata. Le donne, come precisa il rapporto, costituiscono oltre il 60% degli organici, molte delle quali preferiscono un impiego part-time. «Parallelamente — aggiunge la Uil — la dinamica retributiva 2011–2023 mostra un incremento nominale (+10,8%), che però non ha compensato l’inflazione, con conseguente perdita di potere d’acquisto».
Le conseguenze, a Cremona, sono state ben visibili: se la macchina ha poca benzina, corre più lentamente. Ecco perché a soffrire sono i servizi fondamentali (dai nidi d’infanzia alla Polizia locale, dall’edilizia scolastica alla manutenzione stradale, fino alle funzioni di programmazione regionale). Riflessione condivisa anche da Angelo Bonvissuto, segretario generale Uil Fpl Cremona.
«Uil denuncia da tempo questo impoverimento del pubblico impiego — spiega — in particolare nell’ambito degli enti locali. La riduzione dei dipendenti, a Cremona, è stata notevole, in particolare per quanto riguarda il Comune. Questa scelta politica ha prodotto un effetto a cascata, che ha generato disservizi per i cittadini: nello specifico, l’allungamento dei tempi di attesa in relazione al sovraccarico di lavoro per chi è rimasto. È solo merito dell’impegno, della dedizione e del sacrificio dei lavoratori del settore se ancora si riesce a garantire i servizi essenziali».
La cartina tornasole del fenomeno, aggiunge Bonvissuto, è costituita «da ciò a cui abbiamo assistito durante la pandemia. È emersa una grande fragilità dell’intero settore, che si è vista anche con il Pnrr. Gli enti sono rimasti sguarniti, senza quelle personalità che avrebbero potuto seguire progettazioni importanti».
Anche perché gli effetti pesano sul fronte dell’innovazione: «I Comuni non hanno solo riscontrato ritardi, inceppi e ostacoli nello svolgimento del lavoro quotidiano — spiega — ma va specificato che una riduzione sistematica scientemente predisposta come quella in corso comporta conseguenze sottili (ma gravi) sul lungo periodo. Il taglio del personale, infatti, preclude l’accesso dei giovani alle pubbliche amministrazioni. Significa chiudere il rubinetto della novità, dell’aggiornamento; più concretamente, di quelle competenze informatiche mettono in difficoltà chi ha 50 anni e più».
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