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Nipote ‘clonata’: la nonna sventa la truffa

Tentato raggiro con il deepfake vocale: «Mamma è grave». Ma l’anziana non cade in trappola

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

04 Settembre 2025 - 05:00

Nipote ‘clonata’: la nonna sventa la truffa

DEROVERE - «Pronto nonna? La mamma è grave, ricoverata all’ospedale. Ha una forma rara di Covid. Servono subito due farmaci costosi e difficili da reperire». La voce dall’altra parte della cornetta è fredda e impostata: il timbro sembra proprio quello della nipote, ma il suono risulta metallico, quasi sintetico, come filtrato da una macchina. La trappola dura lo spazio di pochi minuti. L’ultraottantenne di Derovere, lucida e attenta, capisce di trovarsi davanti alla classica truffa telefonica. E non si lascia ingannare, nonostante la pressione psicologica che i truffatori tentano di esercitare con frasi sempre più allarmanti.

Sono le 15.30 di ieri quando il telefono fisso squilla. Sul display compare un numero con prefisso internazionale: 0049 17671694233. Una chiamata che arriva dalla Germania, almeno in apparenza. La dinamica è quella ormai collaudata: prima il panico da generare, con il racconto di un parente in pericolo, poi la richiesta di denaro per salvargli la vita. La sedicente nipote è abilissima nel calibrare le parole. A tradirla è però un dettaglio: quell’effetto acustico innaturale che fa scattare nella vittima il meccanismo del dubbio. Con ogni probabilità, chi ha tentato il raggiro si è avvalso della tecnologia del deepfake vocale: bastano pochi secondi di registrazione (presa da un video, un messaggio vocale o un audio diffuso sui social) per allenare un software capace di riprodurre la voce quasi identica all’originale. L’impostore di turno parla o scrive il testo e il programma lo trasforma nella voce clonata, con inflessioni e timbro realistici.

L’anziana interrompe la conversazione e compone immediatamente il numero della figlia. All’altro capo del telefono, però, risponde di nuovo la presunta nipote. Che, evidentemente, non ha mai riattaccato e riprende la recita del copione con maggior insistenza, caricando il racconto di toni drammatici e cercando di far leva sul senso di urgenza. La nonna, stavolta, impugna il cellulare per chiamare la figlia. In pochi istanti riceve le rassicurazioni sperate: «Sto bene, non è successo nulla». È la prova definitiva che tutto era costruito a tavolino. In un attimo, il castello di menzogne crolla. Era l’ennesima truffa, architettata con l’astuzia di chi sfrutta le emozioni più profonde: l’amore per i propri cari e la paura di perderli.

Negli ultimi mesi gli investigatori hanno registrato un’escalation di telefonate simili. I protagonisti, che si fingono familiari oppure medici o funzionari di pronto soccorso, utilizzano una strategia fatta di elementi ricorrenti: un parente in gravi condizioni, una terapia urgente, cure costose da pagare subito. Il tutto raccontato con voce rotta dal pianto o, al contrario, con tono glaciale e perentorio, proprio per aumentare la pressione sulla vittima. Alla fine, arriva la richiesta esplicita: contanti da consegnare a un presunto incaricato che si presenta alla porta, oppure bonifici immediati su conti correnti all’estero. Nel caso di Derovere, la prontezza dell’anziana ha evitato il peggio. Nessun danno economico, nessun raggiro portato a termine. Ma resta l’allarme sociale, perché le centrali operative da cui partono queste chiamate sono spesso collocate all’estero, dotate di sistemi in grado di cambiare numero di volta in volta. Il prefisso internazionale serve a dare credibilità e, allo stesso tempo, a depistare eventuali verifiche. Una macchina organizzata, che agisce in serie e mette nel mirino i soggetti più fragili.

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