L'ANALISI
03 Settembre 2025 - 05:15
CREMONA - Tra i 30 finalisti che il 29 agosto scorso a Pescara si sono contesi il titolo di Mister Italia 2025, vinto da Andrea Bucciarelli, c’era anche Samuele Strino, 25 anni, originario di Napoli, ma residente a Cremona.
Dopo aver superato la prefinale di Giulianova, è approdato alla finalissima con il numero 20.
Come è andata?
«Sono arrivato tra i primi 15, ma non è bastato. Mi sarebbe piaciuto almeno conquistare una fascia. Ma ora mi rilasso e mi godo un po’ di ferie, sono a Napoli dai miei genitori».
Perché?
«È un modo per distinguersi, per avere maggiore visibilità. Quando arrivi in finale credi di poter salire sul podio. Così non è stato, ma resta una bella esperienza».
Che esperienza è stata?
«Bella. Ho in parte vissuto l’ebbrezza del mondo dello spettacolo e la possibilità di sfilare. Il mio sogno sarebbe quello di fare il modello, e mi piacerebbe anche provare a recitare. Pensavo che il concorso potesse aiutarmi a realizzarlo. Ma non dispero».
Perché?
«Qualche contatto l’ho avuto. Vediamo se si concretizzerà qualcuno dei progetti di cui ho parlato».
E adesso?
«Dopo le vacanze torno a Cremona, dove vivo da cinque anni, da quando ho superato il concorso in ferrovia».
Qual è il suo ruolo?
«Sono capotreno sulle linee merci, un lavoro che mi piace e mi ha portato a Cremona».
Come mai ha scelto la ferrovia?
«Mi sono diplomato in biotecnologie ambientali a Napoli, poi mi sono iscritto a Biologia alla Federico II. Mi sono reso conto che non faceva per me e, nel frattempo, è uscito un concorso per le ferrovie di una ditta privata. Ho fatto il colloquio, ho ottenuto il posto e mi sono trasferito a Cremona, che era la sede di destinazione».
Come si trova a Cremona?
«È una bella città, ho fatto amicizie, conduco la vita di un normale 25enne. Mi piace fare sport, cucinare e stare con gli amici».
I colleghi cosa hanno detto della sua esperienza a Mister Italia?
«Avevo tenuto nascosta la cosa, poi l’articolo su La Provincia ha svelato tutto, spiegando anche perché ero assente in quei giorni. Mi hanno scritto messaggi e hanno fatto il tifo per me».
E come vive il rapporto tra il suo lavoro e la sua passione?
«La cosa che mi piace di più è che il mio mestiere mi permette di viaggiare molto. Devo compilare e firmare la documentazione necessaria alla partenza, controllare i vagoni per assicurarmi che non ci siano guasti e assistere il macchinista durante la marcia. Al rientro, amici e parenti si sono congratulati con me: erano orgogliosi della mia esperienza e per ora questo mi basta».
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