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Treni, linee da indennizzare: le cremonesi sono due su dieci

La denuncia del consigliere regionale Piloni: «Un totale di 6.582 treni in ritardo o soppressi, di cui 4.454 vere e proprie soppressioni. I numeri penalizzano il territorio»

La Provincia Redazione

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29 Agosto 2025 - 10:43

Treni, linee da indennizzare: le cremonesi sono due su dieci

La stazione di Cremona

CREMONA - Oltre 10 linee da indennizzare, tra cui due della Provincia di Cremona, la Brescia–Parma e la Cremona–Treviglio. E molte sono vicino alla soglia del 10%, una media tra ritardi e soppressioni del 9,02%. «C’è mancato poco che scattasse pure l’indennizzo Ivol, che tiene conto di tutta la rete, ed è calcolato in modo da essere quasi impossibile da raggiungere». È quanto sottolinea il consigliere regionale del PD Matteo Piloni che spiega: «Un totale di 6.582 treni in ritardo o soppressi, di cui 4.454 vere e proprie soppressioni. Questi i dati relativi agli indennizzi del mese di giugno resi noti da Trenord. Numeri che testimoniano un completo fallimento e che interessano tutte le province lombarde».

Aggiunge Piloni: «214 nuovi treni sono ormai entrati in servizio, gli investimenti sulla rete sono ingenti e molti cantieri sono già stati chiusi. Hanno cambiato l’amministratore delegato, in quota Fratelli d’Italia. Hanno eliminato i bonus, sostituendoli con gli indennizzi e ora i ritardi si valutano a 15 minuti e non più a 5, come accadeva fino a sei mesi fa, il che dovrebbe far apparire il numero dei ritardi in riduzione. Ma nonostante tutto questo, dopo sei mesi dal nuovo inizio, le performance di Trenord sono ancora assolutamente deficitarie. Anche più di prima. Si può solo immaginare quale disastro si presenterebbe se i ritardi fossero ancora calcolati sui cinque minuti».

«Al servizio altamente carente — sottolinea Piloni — si unisce anche l’assoluta insicurezza di treni e stazioni. Un’insicurezza che non è solo percepita dagli utenti, ma certificata dai dati diffusi dalla Polfer, relativi ai reati che avvengono nei pressi dei binari lombardi, dove si infrangono tutti i proclami dell’assessore La Russa. L’unica cosa puntuale — attacca Piloni — sono gli aumenti dei biglietti e degli abbonamenti che, di fronte a questi numeri, suonano come l’ennesima beffa che peserà sulle tasche dei pendolari».

Dal primo settembre, infatti aumentano le tariffe di Trenord per l’adeguamento dei prezzi all’inflazione. Un rincaro che ha destato disappunto dei pendolari, secondo cui a tale incremento non corrisponde un’implementazione effettiva della qualità dei servizi. L’abbonamento trimestrale integrato, per spostarsi in tutta la Lombardia, aumenterà di 2 euro, mentre l’annuale di 7. Cresce anche il prezzo del mensile provinciale Cremona–Mantova–Pavia, che passerà da 87 ad 88 euro. Diverse variazioni poi interessano i singoli biglietti chilometrici e i relativi abbonamenti.

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