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Cybersicurezza: Mariaschi fra i 50 super informatici

L’ex studente dell’Aselli ha partecipato al campus nazionale: «Un’esperienza unica»

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

22 Agosto 2025 - 10:41

Cybersicurezza: Mariaschi fra i 50 super informatici

Nel riquadro Massimo Mariaschi

CREMONA - È uscito con 100 centesimi dall’Aselli, è già iscritto a Ingegneria informatica presso il Politecnico, è una sorta di ‘folletto’ della tastiera, riccioluto, sguardo ridente, nascosto dietro gli occhiali e una passione per il computer trascinante, ma non ama essere considerato uno ‘smanettone’. Massimo Mariaschi è stato incluso fra i 50 ‘supergeni’ dell’informatica presso il Campus delle Nazioni Unite di Torino, per una sfida all’insegna della Cybersicurezza: «Il camp credo possa essere visto come una sorta di ritiro estivo della Nazionale, ma molto informale — spiega con la modestia che lo caratterizza —. Siamo stati convocati in 50, scelti sulla base dei risultati di una gara apposita svolta online a giugno, e i migliori di programmi come le olimpiadi (come nel mio caso quest'anno) o Cyberchallenge (competizione universitaria). È la prima volta che viene organizzato un evento in presenza di questo tipo. Tutto ciò è durato una settimana intensissima in cui ho avuto modo di confrontarmi con chi ha la mia stessa passione. In camera con me c’era uno studente di origini cinesi, al primo anno del Sant’Anna, un genio assoluto».

«La settimana ha anche avuto una funzione selettiva: sono state scelte le 20 persone che parteciperanno ad un ulteriore camp a settembre, dalle quali emergeranno i 10 titolari per la gara europea in Polonia di ottobre 2025 — prosegue —. Io non sono tra questi, ma è giustissimo così! Quello che ho imparato è che giunti a questo livello è indispensabile avere una certa ambizione, una mentalità vincente, che io al momento non ho, oltre ad una conoscenza profonda della materia e l’abilità di adattarsi rapidamente a scenari nuovi... ma almeno so su cosa lavorare». Ed è questa la forza di ogni esperienza che fa dire a Mariaschi che il campus di Cybersicurity competitiva è stato comunque un’esperienza di cui fare tesoro.

«Per quanto riguarda la settimana in sé, i primi tre giorni sono stati dedicati alla formazione. Diventa sottile il confine tra insegnante e studente, ognuno è esperto di un settore molto specifico e queste conoscenze vengono condivise apertamente — prosegue —. Poi è stata la volta delle competizioni vere e proprie, un paio di gare ‘amichevoli’ organizzate da team universitari da tutto il mondo, divisi in cinque gruppi da dieci persone l'uno. Nelle gare di di tipo attacco-difesa, ad ogni team viene fornito un computer virtuale sul quale sono in esecuzione diversi servizi: semplicemente dei siti web, ai quali un ipotetico utente può connettersi con un normalissimo browser. Questi servizi, ovviamente, avevano una loro vulnerabilità: il nostro compito era quello di leggere il codice sorgente del sito per capire dov’è la vulnerabilità, monitorare il traffico in ingresso, se qualcuno ci attacca possiamo capire come fa, non è ideale ma è più semplice. E aggiornare il codice per sistemare la vulnerabilità e fare in modo che il nostro servizio diventi sicuro. A questo si affiancava la possibilità di attaccare gli altri team, in modo automatico, sfruttando la vulnerabilità scovata, per fare punti. Ci siamo divertiti davvero tanto. E abbiamo imparato come possa essere facile violare i sistemi informatici».

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