L'ANALISI
18 Agosto 2025 - 09:11
Alberto Corazzi e un'assemblea della Baldesio
CREMONA - Il Tribunale di Cremona (Gip Elisa Mombelli) ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero nei confronti dei membri del Consiglio Direttivo della Baldesio indagati per diffamazione a seguito della querela presentata da Alberto Corazzi, che ha reso nota questa novità con una nota diffusa nelle scorse ore.
«Il giudice - scrive Corazzi - ha riconosciuto che le magliette con la scritta ‘Dove l’ignoranza urla, l’intelligenza tace. È una questione di stile: signori si nasce… stronzi pure!’ hanno invece carattere offensivo, dileggiante e mirato nei miei confronti, fatto noto a tutti i soci presenti all’assemblea; servono quindi ulteriori indagini per chiarire chi le abbia indossate e in quali circostanze. In pratica: la magistratura ha confermato che non si tratta di una goliardata innocente ma di un episodio potenzialmente diffamatorio a mio danno, e ha imposto al pm di continuare le indagini per sei mesi».
Il procedimento origina dalla querela per diffamazione presentata da Corazzi in data 10 agosto 2024 presso la Procura della Repubblica nei confronti di Alberto Guadagnoli, Matteo Monfredini, Lorenzo Fumagalli, Giancarlo Romagnoli, Andrea Rossi, Riccardo Gualazzi, Fabio Mirri, Federico De Stefani e Stefano Sivelli, tutti membri del Consiglio Direttivo dell’Associazione sportiva dilettantistica Baldesio.
Corazzi, nella sua querela, ha lamentato di avere subito una lesione alla propria reputazione a fronte della pubblicazione, in data 22 maggio 2024, sul sito internet della Baldesio, di una fotografia raffigurante i nove consiglieri con un testo a firma di Matteo Manfredini del seguente tenore: ‘Cari soci e care socie, in queste ultime due settimane, da quando abbiamo pubblicato il bilancio consuntivo 2023 e preventivo 2024 che verranno posti alla vostra approvazione nell'assemblea di sabato 25 maggio, i leoni da tastiera hanno aperto le danze e subito sono partite le critiche su entrambi i bilanci spesso dovute ad una scarsa conoscenza della materia ed alla voglia irrefrenabile di criticare qualsiasi cosa possibile e ciò solamente per contestare l'operato di questo consiglio... credo altresì che una critica distruttiva, spesso arrogante, presupponente e fine a sé stessa faccia solamente il male della nostra società, insinuando dubbi e perplessità nei soci [...]. Scrivere innumerevoli messaggi whatsapp o pec chilometriche al consiglio per convincerlo delle proprie personali opinioni non è un modo sano di confrontarsi. Il socio deve avere fiducia dell’operato del consiglio e non occuparsi di controllare ogni minima scelta e/o decisione che prende e ciò per mero spirito di contraddizione e senza purtroppo spesso avere neppure contezza di ciò di cui si sta disquisendo’.
Corazzi ha lamentato anche l’offesa alla propria reputazione in quanto i consiglieri indagati, al termine delle votazioni relative al Bilancio di esercizio, avrebbero indossato magliette provocatorie sulle quali erano stampate la fotografia di Totò e la scritta citata.
Il pm aveva avanzato richiesta di archiviazione del procedimento, ritenendo, da un lato, che non fosse univocamente individuabile nel Corazzi il destinatario di detti commenti, dall’altro lato, che, in ogni caso, si tratterebbe di modalità di espressione, sebbene con modalità colorite, infantili e folcloristiche, di una opposizione nei confronti delle opinioni divergenti sorte in seno all’associazione, «sicché gli agiti in contestazione sarebbero scriminati dall’esercizio del diritto di critica». Il giudice, di altro avviso, ritiene che la richiesta di archiviazione non possa, allo stato, trovare accoglimento.
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