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L'INGRESSO IN SOCIETÀ

Centro Padane: tra i soci ci sarà anche Mantova

Sarebbe la provincia nel gruppo. Mariani: «Chiesta sospensione dei licenziamenti»

Claudio Barcellari

Email:

cbarcellari@laprovinciacr.it

08 Agosto 2025 - 18:10

Centro Padane pronta al rilancio

Roberto Mariani, Valeria Patelli, Attilio Zabert e Graziella Locci. Dietro, la sede di Centro Padane

CREMONA - Anche la provincia di Mantova potrebbe presto entrare in Centro Padane Engineering srl. Lo ha annunciato il presidente della provincia Roberto Mariani, nell’incontro di oggi pomeriggio con i capigruppo Attilio Zabert, Valeria Patelli e Graziella Locci, dettagliando ulteriormente il piano di risanamento dell’azienda.


«Ho presentato lo stato dell’arte — riporta Mariani — illustrando la lettera inviata alla società con la richiesta di sospendere i licenziamenti che erano stati indetti, in attesa del piano. Ho riferito ai capigruppo che c’è stato un incontro tecnico tra la nostra provincia e il direttore di Centro Padane. La nostra provincia garantirà 612 mila euro di commesse».

Mariani traccia un profilo delle misure per contenere le spese di Centro Padane Engineering srl: «L’incontro di giovedì a Brescia è stato utile per condividere alcune riflessioni: in primis, stiamo percorrendo la strada per l’ingresso di un nuovo socio, che sarà la Provincia di Mantova. Abbiamo dato disponibilità per arrivare ad azzerare le sedi della società, che potrebbero essere allocate negli uffici della Provincia; poi ci siamo trovati d’accordo sull’azzeramento della governance della società, ponendo, in particolare, due interrogativi: se serva ancora un direttore della società, e se sia possibile sostituire il Cda con un amministratore unico». L’idea, conclude Mariani, resta quella di «cominciare subito a strutturare le commesse per il 2026».

Ma le perplessità sul piano di risanamento continuano. Patelli, in particolare, non è convinta che i lavoratori licenziati abbiano ricevuto la giusta tutela: «Non abbiamo dubbi sul fatto che la società debba continuare ad esistere — commenta — mettendosi a disposizione per il futuro degli altri comuni che vorranno aderire. Ovviamente non deve lavorare in perdita, come invece è accaduto, e come dimostrano i dati in maniera eclatante. Rimaniamo in ogni caso convinti delle nostre posizioni: il piano di risanamento non poteva essere accettato, sia dal punto di vista economico-finanziario, sia per il discorso licenziamenti e tutela dei lavoratori. Nella lettera che ci ha mostrato Mariani si parla di ‘sospensione’, mentre sarebbe più forte e giusto chiedere la ‘revoca’». E conclude: «Bisogna presentare un piano di risanamento con dati certi, con commesse date da parte dei soci. Serve un nuovo piano, in cui i soci garantiscano commesse per il futuro».


Zabert, al contrario, si smarca dalla critica, sostenendo che la questione debba essere tenuta fuori dal dibattito meramente politico. «Fratelli d'Italia punta sempre ad occuparsi dell’azienda promuovendo soluzioni affinché le cose possano andare bene — dichiara —. L’approccio deve essere pragmatico e nell’interesse della vita dell’azienda, senza amor di polemica. Le azioni intraprese per salvare Centro Padane Engineering sono indice di una scelta politica che ci fa piacere. Dalla parte delle spese quest’anno probabilmente si farà poco, ma c’è la volontà di intervenire su amministratori e sedi. Rimane il rammarico che queste azioni sono state intraprese solo quando i buoi, per così dire, sono scappati dalla stalla. Questo è indice di una mancanza di piani per il territorio in prospettiva, e di questo mi dispiace». Positivo sarebbe invece l’ingresso della provincia di Mantova nella società, «un’area con cui Cremona ha molto in comune».


Anche per Locci l’incontro è stato costruttivo: «Il confronto è stato significativo e ha fatto bene a tutti — chiarisce — Il discorso dei dipendenti sta a cuore a tutti noi del consiglio provinciale, sia della maggioranza che dell’opposizione. Stiamo facendo ulteriori approfondimenti sul piano di risanamento. Fra l’altro, è stato assunto un tecnico per verificare se il piano fornito dalla società sia adeguato o meno. Lo spostamento delle sedi permetterà un lavoro più coordinato tra l’azienda e i tecnici della Provincia. Certo, c’é qualcosa da rivedere: se si è arrivati a questo, é forse perché le scelte, nel tempo, non sono state adeguate.

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