L'ANALISI
‘MADE IN CREMONA’... MA NON SEMPRE
05 Agosto 2025 - 05:00
CREMONA - La dicitura ‘Fecit in Cremona’ preceduta dai nomi dei liutai cremonesi più quotati, nomi che sono garanzia di qualità. Peccato che ci si possa imbattere in falsi, vere e proprie contraffazioni. I falsi, anche nella liuteria contemporanea, sono una realtà che droga il mercato, che danneggia chi fa il proprio mestiere con passione e autentica artigianalità.
Arginare la contraffazione di strumenti ad arco è l’obiettivo della nuova legge regionale per la promozione e la valorizzazione del ‘saper fare liutario cremonese’, voluta da Marcello Ventura consigliere regionale di Fratelli d’Italia e approvata un mese fa. Il fenomeno delle copie e della contraffazione è un male antico. Per cercare di arginare o almeno limitare il fenomeno, per la maggior parte dei liutai è una missione impossibile, o quasi.
Nel tentativo di tutelare la liuteria artigianale riconosciuta nel mondo, il Consorzio Stradivari offre la possibilità ai liutai cremonesi, al di là della loro iscrizione all’ente consortile, di utilizzare il marchio Cremona liuteria, un marchio riconosciuto a livello internazionale che vuole offrirsi come garanzia di autenticità ed origine dello strumento ‘made in Cremona’, attraverso un disciplinare che ne garantisce la veridicità. È questa una strategia di tutela, destinata ad essere rafforzata dalla nuova legge regionale.
Per far fronte alla contraffazione, alla vendita di strumenti solo apparentemente costruiti dai liutai cremonesi, il contatto diretto sembra la via maestra per evitare spiacevoli abbagli, e a dirlo è Stefano Conia Jr, terza generazioni della famiglia di liutai ungheresi, ma ormai cremonesi a tutti gli effetti: «Sono tanti gli strumenti contraffatti con la firma di mio padre — racconta —. Solitamente veniamo a conoscenza di questi strumenti falsi attraverso contatti diretti o indiretti di chi vuole acquistare lo strumento, altre volte sono colleghi che ci segnalano il fatto. Ci è capitato di trovare più di un violino su e-bay con etichetta contraffatta, ma che era palesemente copiata. Abbiamo scritto e segnalato l’inserzione fasulla ad e-bay, ma non possiamo sapere poi se altri o gli stessi strumenti contraffatti siano stati venduti tramite altri canali o piattaforme».
Ma la questione è come riconoscere i violini falsi, al di là dell’etichetta. Per Conia junior «se solo si ha un dubbio, bisogna andare alla fonte, contattare direttamente il liutaio di cui si sta acquistando lo strumento, oppure rivolgersi da un esperto che li restaura e li commercia. «È l’unico modo per avere la certezza dell’autenticità — prosegue —: ora abbiamo anche il consorzio che aiuta a certificarne l’origine con il marchio ‘Cremona Liuteria’ per gli strumenti di nuova costruzione, un buon punto a nostro favore».
E aggiunge: «Per noi costruttori balza all’occhio se uno strumento è falso o meno: per quanto riguarda i violini di mio padre lo si capisce da alcune caratteristiche grafiche sull’etichetta, dallo stile ed dal carattere del lavoro e dalla vernice; ovviamente nei casi più grossolani, è lo stesso strumento ad evidenziare la sua natura di falso perché l’occhio del liutaio sa riconoscere il manufatto che ha preso corpo nelle sue mani».
Per l’erede della dinastia Conia, è difficile trovare i responsabili della contraffazione, è già tanto riuscire a impedire la vendita del violino falso. «Ne abbiamo un esempio con i prodotti alimentari che hanno certificazioni di diversa natura igp piuttosto che dop, ma il fenomeno è ben lontano dall’essere arginato – continua -bisogna conviverci, ma a differenza di qualche anno fa oggi c’è maggiore attenzione, l’idea di controllare l’autenticità di un prodotto e a maggior ragione di un prodotto di alto artigianato artistico, è più radicata. È questo un bene e un atteggiamento virtuoso che tutela sia chi costruisce sia chi acquista».
E quando si parla di strumenti copiati e contraffatti, sul banco dell’imputato ci sono soprattutto i violini seriali o di laboratorio della Cina: «Difficile individuare i responsabili, ma soprattutto bisogna tener conto che la cultura della copia in Cina è una prassi, il problema è quando viene venduta una copia per un originale ed è qui che si ravvisa il dolo e il danno per il liutaio e soprattutto per l’acquirente — conclude Conia jr. —. Dopotutto era una prassi in voga già due secoli fa, si costruivano violini sul modello di quello di Stradivari, mettendo l’etichetta come se fosse stato lo stesso maestro a realizzarlo. È una condizione endemica nella storia della liuteria: a differenza di un tempo, oggi abbiamo strumenti per individuare ciò che è autentico da ciò che non lo è. È una magra consolazione, ma che può aiutare nella lotta alla contraffazione».
La tutela della liuteria cremonese e dei suoi artigiani passa attraverso la nuova legge regionale dedicata alla promozione e valorizzazione del saper fare liutario, voluta e sostenuta dal consigliere regionale Marcello Ventura di Fratelli d’Italia e diventata realtà dopo l’approvazione in consiglio regionale. Dopo la legge dedicata alla tutela dei maestri vetrai di Murano, il nuovo dispositivo normativo rappresenta un unicum che vuole difendere un saper fare che il mondo ci invidia e che l’Unesco ha classificato fra i Beni immateriali dell’umanità.
Ma non bastano i riconoscimenti, ci vuole anche la capacità di agire perché tutto ciò venga mantenuto, difeso, sostenuto. «Con questo provvedimento – ha dichiarato Ventura all’indomani dell’approvazione in Regione Lombardia – ho inteso riconoscere e tutelare lo straordinario patrimonio culturale, storico ed economico rappresentato dalla liuteria cremonese, eccellenza artigianale simbolo della nostra regione nel mondo».
«Tra le finalità principali del progetto di legge — ha detto Ventura — figurano la salvaguardia del sapere artigianale liutario attraverso azioni concrete di sostegno alle botteghe e ai maestri liutai; la promozione della formazione specialistica e della trasmissione intergenerazionale del mestiere; l’incentivazione della ricerca e dell’innovazione nel settore, anche in collaborazione con università, scuole di liuteria e istituzioni culturali; la valorizzazione turistica e culturale del territorio cremonese e lombardo, facendo della liuteria un attrattore internazionale di qualità ed il rafforzamento dell’identità lombarda nel mondo, attraverso una promozione mirata del patrimonio musicale, artistico e artigianale». La legge si promozione e valorizzazione del saper fare liutario cremonese è un passo importante sul fronte della salvaguardia della liuteria artigianale contemporanea.
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