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L'INCHIESTA

Chat di estrema destra nello smartphone di un 17enne residente nel Cremasco

La perquisizione è di novembre scorso, ed è una di molte effettuate in tutta Italia: c'era chi inneggiava al suprematismo, chi era vicino alla propaganda jihadista e chi all'esaltazione del fascismo

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

31 Luglio 2025 - 14:25

Ombre di Jihad nel Cremonese, perquisito un 17enne residente in provincia

Nella foto di repertorio un intervento della Polizia di Stato. Nel riquadro, il materiale sequestrato al minorenne

CREMONA - Fotografie e chat di propaganda fascista. La Digos di Cremona le ha trovate nello smartphone di un 17enne residente nel Cremasco. La perquisizione informatica è di novembre scorso. E si inserisce nel mosaico delle numerose inchieste che hanno toccato un po’ tutta Italia nei confronti di baby estremisti. Alcuni inneggiavano al suprematismo, altri erano vicini alla propaganda jihadista, altri ancora utilizzavano i social per attività di propaganda fascista.


La perquisizione nei confronti del 17enne cremasco rientrava in una indagine della Procura di Sassari. Tra i giovanissimi a finire nel mirino, c’è un quattordicenne di Oristano seguace dei suprematisti che pubblicava foto sui social con il volto travisato mentre impugnava coltelli e pistole; due 17enni che a gennaio durante una manifestazione non preavvisata a Bologna per Rami, il ragazzo morto durante un inseguimento, hanno danneggiato telecamere, vetrine di esercizi commerciali e banche presenti sul percorso del corteo. E ancora un altro coetaneo che a Ravenna seguiva la propaganda jihadista dell’Isis, condividendo contenuti dello stesso tipo in gruppi Whatsapp e un quattordicenne che pubblicava on line contenuti di natura nazista e antisemita.


Dalle indagini degli ultimi anni si registra un boom della diffusione di contenuti estremisti e violenti sui social da parte di minorenni. I dati della polizia raccontano che da gennaio del 2023 ad oggi, sono 12 i minori sottoposti a misura cautelare (uno nel 2023, cinque nel 2024 e sei nella prima metà del 2025) ed altri 107 oggetto di approfondimenti investigativi, come perquisizioni personali, domiciliari e informatiche (9 nel 2023, 46 nel 2024, 52 nella prima metà del 2025).


Per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «la radicalizzazione online non è solo una minaccia alla sicurezza, ma una sfida culturale profonda. Non parliamo di giovani criminali, ma di ragazzi disorientati, che nel web cercano ciò che la società ha smesso di offrire: senso, identità, ascolto. Serve sì fermezza, ma, soprattutto, un cambio di passo educativo e relazionale. Dobbiamo saper costruire un’alternativa concreta, capace di riportare i giovani alla vita reale: una vita fatta di legami autentici, emozioni vere e presenze significative».

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Commenti all'articolo

  • rugginesana

    31 Luglio 2025 - 14:53

    Andrà tutto bene !!!!!!

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