L'ANALISI
17 Luglio 2025 - 20:36
PIERANICA - L’arcipelago nero è emerso stamattina, squarciando la superficie di una rete che, nell’ombra, alimentava rabbia, razzismo e nostalgie tossiche. A portarlo a galla, un’operazione del Ros di Brescia che ha colpito al cuore un network di estremismo digitale e reale. Una trentina di indagati in tutta Italia. Tra loro, un 33enne di Pieranica. Giovani, giovanissimi, cresciuti nel culto dell’odio, avvinghiati a ideologie non ancora sepolte dalla storia.
La maxi-inchiesta, coordinata dalla Procura di Brescia insieme alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, è esplosa all’alba di oggi, mentre le pattuglie dei Comandi provinciali stringevano il cerchio attorno agli indagati. Un blitz che ha svelato un sottobosco digitale di gruppi virtuali, dove l’estrema destra — tra neonazismo, suprematismo, xenofobia e antisemitismo — non si limitava a condividere meme o provocazioni, ma promuoveva l’idea di una concreta azione violenta.
L’indagine ha al centro un operaio di 21 anni di Cazzago San Martino. Incensurato, nessun legame ufficiale con partiti o movimenti. Eppure, secondo gli inquirenti, protagonista attivo di quella galassia nera che inneggia alla superiorità razziale e sogna la violenza come strumento di lotta. Per lui è scattata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli altri? Ventisei nomi sparsi per l’Italia, tutti giovanissimi, molti appena ventenni. Alcuni erano minorenni quando, a dicembre 2023, il Ros ha iniziato a seguirne i passi nel buio di Telegram e TikTok.
Non semplici chiacchiere da tastiera. Ma propaganda, istigazione a delinquere aggravata dall’odio razziale, etnico e religioso. È questa l’accusa che pesa sul gruppo. Una rete di canali chiusi, a cui si accedeva per cooptazione. Nomignoli inquietanti, sigle che grondano riferimenti alla storia più nera del Novecento.
C’erano i ‘White Lives Matter Italia’, versione stravolta e ribaltata di un noto slogan americano, dedita a contenuti espressivi di idee sulla superiorità della razza bianca in termini discriminatori verso le altre etnie, sostengono gli investigatori. C’era ‘Vannawaffen tm’ — un chiaro richiamo alle Waffen-SS — dove si propagandavano idee inneggianti al nazismo, all’accelerazionismo, alla violenza contro persone di colore, immigrati, islamici, e appartenenti alla galassia Lgbtq. E poi ‘Sangue e Suolo’, la vecchia dottrina nazista della purezza etnica, rievocata in un canale che, secondo chi indaga, traboccava di suprematismo, negazionismo della Shoah, antisemitismo e apologia del fascismo.
Un pantano oscuro dove il filo rosso è sempre lo stesso: odio, superiorità, violenza. I carabinieri hanno monitorato scambi di messaggi, post, immagini. Contenuti che non si fermavano alla retorica. In quei gruppi si parlava di armi, di strategie, di come prepararsi al ‘grande scontro’. Il tutto immerso in un lessico che oscillava tra l’ossessione identitaria e il delirio paranoico del nemico da abbattere.
Tra i più attivi, alcuni giovani che in apparenza conducevano vite normali. Lavoro, amici, nessuna traccia di militanza aperta. Ma nel privato del web, la metamorfosi: da cittadini qualsiasi a propagandisti dell’odio. La stessa retorica dei ‘lupi solitari’, alimentata da ideologie accelerazioniste che predicano l’uso della violenza per scatenare il caos sociale e abbattere le istituzioni democratiche. «Non solo estremismo virtuale, ma potenziale pericolo reale» sottolineano fonti investigative.
Ecco perché la Procura non ha esitato a contestare reati gravi, consapevole che dietro l’apparenza digitale si poteva nascondere il seme di qualcosa di ben più pericoloso. Stamattina, mentre scattavano le perquisizioni, il mosaico ha preso forma: un network disseminato lungo la Penisola, con epicentro in Lombardia, ma tentacoli ovunque. Un segnale preoccupante di quanto l’estremismo di destra corra sottotraccia nelle nuove generazioni.
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