L'ANALISI
30 Luglio 2025 - 20:46
CREMONA - Sui fuochi di artificio annullati all’ultimo minuto alla tradizionale Fiera di San Pietro e Paolo, domenica 29 giugno, «ad oggi, abbiamo sentito solo una voce». Il Comitato del Luna Park di Cremona ora vuol far sentire la sua di voce. E lo fa attraverso l’avvocato Luca Curatti «per capire meglio come siano andate le cose, per valutare danni di immagine ed economici».
Ad oggi, sulla questione era intervenuto il sindaco, Andrea Virgilio, rispondendo agli attacchi dell’opposizione al consiglio comunale di fine giugno. «Gli agenti della Polizia locale hanno garantito un lavoro davvero eccellente, svolto durante una situazione tutt’altro che semplice». Sul ‘caso pirotecnico’ è ritornato, con una nota, l’assessore alla Sicurezza e Polizia locale, Santo Canale: «L’annullamento dello spettacolo pirotecnico è avvenuto per motivi di pubblica sicurezza, le problematiche vissute in questa edizione sono state chiarite anche dagli stessi attrazionisti e non sono dipese dall’amministrazione o dalle istituzioni cittadine». Ma «non è colpa nemmeno nostra». Lo ribadiscono Dylan Calvi, Erol Granata, Mattia Barbera, Elia Marchesi e Marco Piccaluga del Comitato Luna Park. Sotto il loro tiro non c’è «il Comune, con il quale vi è un ottimo rapporto», precisa l’avvocato Curatti.
Come da consuetudine, il Comune affida lo spettacolo pirotecnico allo ‘Stabilimento Friulveneto’, la Srl di Salzano (Venezia) che da 100 anni ‘accende il cielo di emozioni’. E sempre il Comune restituirà i 9mila euro che il Comitato ha sborsato per lo spettacolo pirotecnico. «Ma il danno potrebbe essere maggiore». L’avvocato parla di «danno di immagine e di mancato guadagno dei giostrai»: imprenditori che ragionano da imprenditori. E se la ‘guerra dei fuochi d’artificio’ non è contro il Comune, «al Comune chiederemo un accesso agli atti - prosegue Curatti — per capire il rapporto contrattualistico tra il Comune stesso e la ditta veneta». Perché «si è persa una occasione importante di visibilità e di fruizione delle giostre e non si vorrebbe passasse l’idea che quanto accaduto possa essere dipeso dalla negligenza dei giostrai, anzi. Per il Comitato è stata una grandissima delusione, perché sa benissimo che i fuochi sono una attrazione che ha sempre attirato il pubblico che frequenta le giostre».
Il Comitato si domanda «per quale motivo la ditta, essendo esperta di sicurezza, si sia posizionata da un’altra parte rispetto al sito originario?» Rilancia: «Che cosa è successo? E perché, poi, la stessa ditta, una volta contattata dalla Polizia locale, se ne è andata all’improvviso, rifiutandosi di adempiere ad un contratto, ricollocandosi magari nel luogo dove per tanti anni si è posizionata? C’erano dei lavori? Non era un luogo accessibile?». «In tutto questo - prosegue il legale dei giostrai — non abbiamo sentito la ‘campana’, la voce della ditta. Si è lamentata, non si è lamentata? È andata via? Perché è andata via? Farà una causa di risoluzione del contratto nei confronti del Comune con una richiesta di risarcimento, perché saranno venuti con tre-quattro persone, con il camion e con i materiali, perdendo il giorno di lavoro? In tutta questa vicenda, manca la voce della ditta che è mio compito approfondire. E mancava la voce dei giostrai. Non è sentirsi dire che ‘restituendo i 9mila euro siamo a posto’. No, non siamo a posto, perché non abbiamo capito i passaggi e vogliamo capirne di più».
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