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ESTATE: I CONSIGLI DEGLI SPECIALISTI

Anziani a rischio caldo: «Ecco come assisterli»

Il geriatra Cristiano Crotti: «Con l’avanzare dell’età si riduce il senso della sete, aiutateli a bere di più»

Rebecca Loffi

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redazioneweb@laprovinciacr.it

26 Luglio 2025 - 10:08

Anziani a rischio caldo: «Ecco come assisterli»

CREMONA - In estate, l’aumento delle temperature può rappresentare un serio rischio per la salute, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione. Tra queste, gli anziani risultano particolarmente vulnerabili agli effetti del caldo eccessivo: i cambiamenti fisiologici legati all’invecchiamento, la presenza di malattie croniche e l’assunzione di determinati farmaci possono infatti ridurre la capacità dell’organismo di adattarsi alle ondate di calore. Per contenere i rischi, è fondamentale promuovere strategie di sensibilizzazione e di prevenzione, efficaci per proteggere il benessere degli over 65 durante i mesi estivi. Ne abbiamo discusso con il dottor Cristiano Angelo Luigi Crotti, dirigente medico geriatra dell’Ospedale Maggiore di Cremona.

Dottore, ci può spiegare perché le persone anziane risultano maggiormente esposte ai rischi delle alte temperature?
«Con l’avanzare dell’età, il corpo perde parte della sua capacità di regolare la propria temperatura interna, a causa di una sudorazione ridotta e di un sistema circolatorio meno attivo. Inoltre, molti anziani soffrono di patologie croniche ed assumono farmaci — come diuretici, Ace-inibitori o antidepressivi — che possono aumentare il rischio di disidratazione. Anche la percezione del senso della sete si riduce: in assenza di un’adeguata idratazione, il rischio è quello di andare incontro a complicanze tali da richiedere il ricovero ospedaliero».

Per scongiurare tale eventualità, in che modo è possibile aiutare gli anziani a bere di più?
«Innanzitutto, occorre essere accorti e tempestivi, senza attendere che sia l’anziano a chiedere di bere. Piccoli sorsi andranno, piuttosto, offerti nell’arco di tutta la giornata, senza limitarsi soltanto ai pasti principali. Qualora non sussistano particolari comorbidità, la quantità auspicabile di liquidi da introdurre sarebbe di almeno un litro e mezzo al giorno: una quota possibile da raggiungere anche proponendo valide alternative, quali succhi e tisane senza zucchero, in grado di garantire la presenza di sali minerali, accanto a frutta e verdura ricche di acqua».

Quali sono, invece, i campanelli di allarme della disidratazione, a cui i caregiver devono prestare attenzione?
«Ci tengo sempre a ricordarlo: è importante tenere sotto controllo i parametri clinici, come la pressione arteriosa, ma ciò che davvero fa la differenza sono i dati osservabili. Occorre prestare attenzione a sintomi come la secchezza delle fauci, la sonnolenza, il disorientamento improvviso o la confusione mentale, spesso accompagnata da difficoltà a parlare. Anche piccoli gesti possono aiutare a valutare lo stato di idratazione, come toccare la pelle per verificarne la temperatura o osservare il colore delle urine, che non dovrebbe mai apparire troppo scuro o concentrato».

È comunque utile tenere un diario dei principali parametri, durante il caldo estremo?
«Assolutamente sì, soprattutto quando si notano variazioni repentine del peso corporeo. Quella di monitorarlo regolarmente è un’abitudine che spesso associamo solo a obiettivi estetici o sportivi, ma che in realtà può fornire indicazioni importanti sullo stato di salute complessivo. Al contrario, è bene non allarmarsi per lievi oscillazioni, soprattutto per quanto riguarda la pressione arteriosa: fluttuazioni minime nel corso della giornata sono del tutto normali e possono dipendere anche dal tipo di dispositivo utilizzato per la misurazione».

Per il paziente cronico, alcuni farmaci devono essere rivalutati o modulati durante le ondate di calore?
«Ogni decisione legata alla terapia è da condividere con il medico di medicina generale o con il geriatra di riferimento. Modificare i farmaci in autonomia è fortemente sconsigliato, perché ogni variazione deve basarsi su una valutazione complessiva dello stato di salute della persona, considerando con attenzione rischi e benefici. Un esempio concreto è rappresentato dai farmaci utilizzati per il Parkinson: possono provocare un abbassamento della pressione, ma restano comunque essenziali per contrastare la rigidità muscolare e migliorare la qualità della vita».

Ventilatori ed aria condizionata possono aiutare a combattere il caldo: ma sono indicati per gli anziani?
«Ventilatori e pale a soffitto possono rappresentare un buon supporto, a patto che l’ambiente non sia troppo caldo: altrimenti, si rischia di causare un nocivo effetto phon. L’aria condizionata invece, pur offrendo una sensazione di sollievo immediato, non è certo la soluzione ideale per gli anziani, a causa degli sbalzi termici ingenerati. In alternativa, è preferibile optare per un deumidificatore, che aiuta a rendere l’aria più respirabile e ne contrasta la secchezza. Fondamentale, infine schermare bene gli ambienti dai raggi solari, utilizzando tende oscuranti».

In caso di uscite inevitabili durante il periodo estivo, quali sono gli oggetti che l’anziano dovrebbe portare con sé?
«Occorre sempre mettere in borsa un copricapo ed occhiali appositi, per proteggersi dai raggi del sole. Anche lo smartphone è indispensabile: può essere utile infatti a richiedere tempestivamente soccorso, in caso di malore o di episodi pre-sincopali. Infine, consiglierei un accorgimento che utilizzo io stesso: quello di produrre un cartellino plastificato, che riporti la terapia assunta ed i contatti utili in situazioni di emergenza».

Per concludere, ci lascia qualche consiglio da tenere a mente, per proteggere chi vive la terza età dal caldo eccessivo?
«È indispensabile incoraggiare l’uso di abiti leggeri, preferibilmente in tessuti naturali come il cotone o il lino, che favoriscono la traspirazione. Anche rinfrescare regolarmente alcune parti del corpo — come viso, polsi e nuca — può contribuire ad alleviare la sensazione di calore. Nella routine quotidiana, è consigliabile invece prevedere un momento di riposo post-prandiale, così come suddividere l’alimentazione in piccoli pasti più frequenti, per facilitare la digestione e prevenire il senso di pesantezza. Infine, anche se si resta in casa, è importante tenere sempre il telefono a portata di mano: può essere fondamentale per contattare rapidamente i familiari o il medico di fiducia, in caso di malessere».

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