L'ANALISI
22 Luglio 2025 - 17:58
Ugo Acampora e la palazzina dell'Aler
CREMONA - Per sette giorni ha dovuto affrontare le scale un gradino alla volta, aggrappandosi al bastone. A volte cadendo, come venerdì scorso, quando è rotolato sui gradini finendo con il costato piantato sull’ausilio che dovrebbe sostenerlo. Ugo Acampora, 68 anni, 100 per 100 di invalidità, vive al terzo piano di un condominio Aler in via Borroni, e da quando l’ascensore si è rotto, la sua vita è diventata un'odissea quotidiana.
Il problema, riscontrato dai manutentori dell’Aler bresciana intervenuti il giorno stesso della rottura, stava nel quadro elettrico dell’ascensore. «Hanno mandato il preventivo lì per lì ma senza l’approvazione dell’ente mi hanno detto che non potevano intervenire».
Oggi l’intervento risolutivo nel primo pomeriggio: «Sono venuti verso l’una, gli operai ci avranno messo dieci minuti a fare il lavoro e il problema si è risolto». La soddisfazione del signor Acampora si mischia alle considerazioni amare: «Se si trattava di una cosa così semplice, può essere che ci sia voluta una settimana e l’appello al giornale?».
L’inquilino pensa alla sua situazione di disagio in quei giorni in cui anche fare la spesa diventava difficile, ma anche agli altri residenti del palazzo: «Ci sono altre due persone disabili e una giovane mamma che in questo periodo è incinta con bambini e carrozzina al seguito. Tutti abbiamo fatto i conti con questa difficoltà».
Alla questione, appresa la notizia da La Provincia, si era interessato anche il consigliere regionale Matteo Piloni che aveva segnalato il problema personalmente ad Aler. Ora si tratta di capire come garantire interventi tempestivi e puntuali in caso di guasti tanto impattanti per i residenti delle case di edilizia popolare, spesso estranei alle cronache.
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